
Tentiamo, con sempre maggior frequenza, di occuparci di
biblioteche (
Biblioteche e terremoto), di tenerne monitorato lo «stato di salute» in italia (
39 centesimi) e non solo (
Biblioteche più tech).
Trascurate dalla politica, messe in crisi dal passaggio al digitale, sofferenti per il calo dei finanziamenti pubblici le biblioteche non mollano, anzi innovano.
Scarsità di fondi non coincide infatti
con scarsità di entusiasmo: le 4.500 istituzioni di pubblica lettura aderenti al
Sebina Opac aprono alle nuove esigenze dei lettori 2.0 attraverso la creazione dei
portali SebinaYou e l’App per smartphone e tablet (Apple e Android)LibraryApp-Dmps.
Le nuove funzionalità a disposizione degli utenti digitali sono veramente importanti perché, fondamentalmente, semplici:
fotografando col cellulare la copertina del libro a cui si è interessati si può individuare la biblioteca che lo possiede e richiederne immediatamente il prestito (in seguito un sms ricorderà al lettore la data entro cui restituirlo); gli amanti dei social possono tenersi costantemente aggiornati su
Twitter rispetto alle novità in arrivo e interagire con gli altri utenti del medesimo istituto di pubblica lettura; per coloro che invece sentivano l’esigenza di un’interfaccia ancor più user friendly è stata messa a punto una
realtà virtuale in cui è possibile visualizzare lo scaffale in cui «materialmente» sono situati i volumi.
La piattaforma Sebina infatti, nasce per essere uno strumento facile ed interattivo grazie al quale i lettori possono avvicinarsi ancora più facilmente al libro desiderato.
E i dati confermano che
«accessibilità» e «semplicità» sono sinonimi di frequenza («La Repubblica», 5 novembre,
La biblioteca diventa hi-tech più visitatori e più passione, Patrizia Feletig): da quando esiste Sebina si calcola che i
frequentatori delle biblioteche siano
aumentati del 30% e che le visite sul portale aumentino con tassi del 90%.
E chi ritiene che il servizio bibliotecario italiano sia obsoleto e arretrato rispetto agli altri Paesi europei è invitato a contare il numero di portali interattivi e App messi a punto dai singoli poli (purtroppo, va detto, principalmente da Roma in su).
Questa spinta verso l’innovazione ovviamente non deve distogliere l’attenzione dalle problematiche che continuano ad affliggere il sistema bibliotecario italiano, problematiche a cui continueremo a dare voce.