In America infuria la guerra del prestito digitale. Da quando la settimana scorsa Penguin, la casa editrice che nel suo parco autori comprende nomi del calibro di Patricia Cornwell e Don DeLillo, ha ritirato i propri titoli dal prestito on line, gli editori e soprattutto i bibliotecari americani hanno capito quanto ancora vada potenziato (e regolato) il prestito digitale.
Nato come un provvedimento dettato, secondo la nota diffusa, da preoccupazioni «concernenti la sicurezza delle edizioni digitali», in realtà il passo indietro della Penguin aveva un bersaglio ben preciso, Amazon Prime il nuovo servizio di streaming al varo dalla compagnia di Jeff Bezos che potenzia ulteriormente il già diffuso servizio di prestito promosso dal retailer di Seattle.
Secondo indiscrezioni infatti, il «programma fedeltà» che consente tra le altre cose ai sottoscrittori di scaricare on line un libro al mese da una lista digitale immensa, avrebbe compreso nei suoi pacchetti anche numerosi titoli Penguin senza che la casa editrice avesse mai sottoscritto tale programma.
Il fatto però che il giorno dopo l'improvviso annuncio, i funzionari Penguin abbiano modificato la loro posizione, accettando di ripristinare alcuni titoli di catalogo nel programma di prestito del Kindle fino alla fine dell'anno, lascia piuttosto sbigottiti i bibliotecari americani che da un giorno all’altro, in seguito alla decisione dell’editore, hanno visto sparire dai loro cataloghi di prestito tutti i titoli della casa editrice. «Se Penguin ha un problema con Amazon, chiediamo che le biblioteche non vengano prese a ostaggio nel conflitto – si legge una dichiarazione dell’Associazione bibliotecari americani – per gli utenti della biblioteca si tratta di una perdita di accesso ai libri e, ancora una volta, i lettori sono i perdenti».
Che il crescente monopolio di Amazon sia la vera spina nel fianco degli editori è dimostrato dalla reazione di questi ultimi all'accordo siglato di recente tra Amazon e OverDrive Inc., il maggiore distributore mondiale di e-book. Accordo che, oltre a rafforzare la presenza di Kindle nelle biblioteche (ogni prestito bibliotecario gestito da Overdrive reindirizza i lettori sulla biblioteca di Amazon), incoraggia i visitatori delle public libraries a usare il sito web di Amazon anche «per comprare libri». Da un lato la paura che i prestiti digitali possano far soffrire il mercato, dall’altra i timori per la posizione di potere assunta da Amazon potrebbero quindi rivelarsi fattori da tenere in considerazione nell’espansione del mercato.