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Biblioteche

Maggio dei libri, il bilancio napoletano

di E. Draghi notizia del 30 maggio 2012

Maggio volge ormai al termine e, da pochi giorni è terminato anche il Maggio dei libri, la campagna nazionale nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile dell’individuo. L’iniziativa, promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali, è iniziata il 23 aprile, in coincidenza con la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore promossa dall’Unesco, ed è culminata il 23 maggio con la Festa del libro.
Sono state tante le città italiane ad aver partecipato attivamente alla campagna, organizzando incontri, reading e appuntamenti a sfondo letterario. Tra le metropoli più virtuose c’è anche Napoli che ha voluto concludere il «suo» Maggio a partire da un appuntamento istituzionale che ha visto coinvolti il sindaco della città partenopea, Luigi de Magistris, Antonella Di Nocera (assessore comunale alla Cultura), Rossana Rummo (direttore generale per le Biblioteche del Ministero), Marco Polillo (presidente dell’Aie), Flavia Cristiano (direttore del Centro per il Libro e la Lettura del Ministero) e Diego Guida (delegato campano per l’Aie). La promozione della lettura rimarrà una priorità a Napoli e al Sud, indipendentemente dalla fine del Maggio dei libri che, come tutte le iniziative di questo tipo, serve a sensibilizzare, a riportare in primo piano quella che dovrebbe essere una delle priorità di ogni paese civile: diffondere la cultura. Ne abbiamo parlato con Diego Guida.

La Campania è la regione d’Italia in cui si legge meno. Secondo lei perché?
Innanzitutto per un problema che definirei culturale di scarsa familiarità con l’abitudine alla lettura. Il che è strano soprattutto se confrontato a quello che è un altro dato storico: tutti i napoletani scrivono. E lo dico in qualità di editore che si trova la scrivania costantemente ricoperta dalle opere di aspiranti autori ma, al momento del lancio di ogni nuova pubblicazione, si scontra con la carenza di una buona base di lettori forti.

Qual è il modo giusto per intraprendere un’azione di promozione della lettura in Campania che sia efficace e duratura?
Bisognerebbe mettersi nell’ottica di andare oltre la singola manifestazione – che è poi quello di cui abbiamo parlato nell’incontro con De Magistris, Polillo e gli altri – e investire molto di più sull’educazione e la sensibilizzazione soprattutto delle fasce più giovani della popolazione, quindi quelle che – come emerge dalle indagini più recenti sulle abitudini di lettura – leggono di più. Noi puntiamo su di loro, perché vogliamo che continuino a farlo, e credo che festival e manifestazioni come il Maggio dei libri possano contribuire a tenere viva l’attenzione su queste problematiche.

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