Un’infografica realizzata da TechSoup, azienda che fornisce supporto a enti di beneficenza e biblioteche, in collaborazione con WebJunction (una piattaforma che eroga servizi di formazione professionale per bibliotecari) mostra l’andamento dell’attività svolta sui social media dai bibliotecari statunitensi attraverso, naturalmente, i profili ufficiali delle biblioteche per cui lavorano.
I dati elaborati sono stati raccolti con un sondaggio proposto a oltre 300 biblioteche degli Stati Uniti – essenzialmente di pubblica lettura, ma non mancano quelle accademiche, scolastiche, di associazioni o enti – con domande che indagano tanto il tempo trascorso sui social network, quanto la frequenza di pubblicazione, il numero di contatti, follower o amici e le piattaforme frequentate.
L’infografica mostra che il 44% delle biblioteche condivide ogni giorno contenuti su Facebook, il 25% lo fa su Twitter, mentre Instagram è il terzo canale sul podio dei più assiduamente aggiornati. Più della metà delle biblioteche censite (56%) spende meno di 5 ore settimanali sui social media, il 28% dalle 6 alle 10 ore, con punte di 31-40 ore per il 2% del campione.
Sul versante follower, il 40-50% delle biblioteche intervistate ne ha meno di mille su Facebook, Twitter e Instagram. È il 34% del campione ad averne tra 1.000 e 5 mila sul social network di Mark Zuckerberg e il 6% tra i 5 mila e i 10 mila. Meno positive le performance sugli altri canali.
Per quanto riguarda le attività svolte dai bibliotecari sui social, a primeggiare è la condivisione degli eventi organizzati dalla biblioteca; seguono le foto degli eventi stessi e la comunicazione dei servizi offerti e dei libri disponibili per il prestito; ma anche la condivisione di informazioni e notizie che riguardano altre biblioteche.
Tra le attività che, più delle altre, i bibliotecari non svolgono ancora ma vorrebbero intraprendere sui profili social della biblioteca, ci sono i live streaming; le immagini del lavoro dietro le quinte; la condivisione di informazioni sui volontari, lo staff, gli utenti, il personale della biblioteca; le attività di engagement focalizzate su target specifici individuati con il supporto degli analytics.
L’ampliamento della fan base e il rafforzamento della capacità di raccogliere e misurare i risultati conseguiti attraverso l’attività social sono le sfide più significative per le biblioteche e per le loro manifestazioni online.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
Guarda tutti gli articoli scritti da Alessandra Rotondo