È tempo di elezioni in Francia. Si è votato da poco e si tornerà a votare la settimana prossima, al ballottaggio Nicolas Sarkozy, attuale premier, e il socialista Francois Hollande. A seconda del risultato del ballottaggio qualcosa cambierà nel mondo del libro francese. Ma cosa?
La prima questione, che per ovvi motivi è anche la più calda, è quella dell’Iva di cui ci eravamo già occupati alcune settimane fa. In caso di riconferma Sarkozy non cambierebbe la sua politica e manterrebbe il tasso ai valori attuali (7%). Hollande invece ha affermato che, se vincesse lui le presidenziali, riporterebbe l’Iva al 5,5%, com’era prima del mandato del suo rivale.
E per quanto riguarda le librerie? Questo è uno dei punti forti del programma di Hollande che ha affermato: «È necessario migliorare la legge Lang e continuare sulla strada intrapresa da Mitterrand per la digitalizzazione delle opere di pubblica lettura». Inoltre ha parlato della nomina di una figura istituzionale che ricopra il ruolo di «mediatore per il libro»; della creazione di un fondo di sostegno a partire da un contributo sulle vendite on line; di consentire alle amministrazioni locali di regolamentare gli affitti delle librerie del centro città o di esercitare un diritto di prelazione (nuova legge sul decentramento); infine ha parlato dello sviluppo di un portale digitale comune per le librerie e le case editrici e ha sottolineato la necessità di fare riforme in favore dei librai e dei piccoli editori indipendenti.
Sarkozy, per contro, promette ai librai di: ridurre il carico sociale derivato dall’attuazione della nuova legge sull’Iva, raddoppiare gli aiuti correnti, sostenere l’esonero dalle tasse territoriali consentite dalla legge Lir, agire a livello nazionale e comunitario per fiscalizzare i distributori di beni culturali on line che non pagano le tasse in Francia e, poi, di instaurare uno «Small business act» che permetterà, tra l’altro, alle librerie locali di ottenere una percentuale del mercato pubblico passando attraverso scuole e biblioteche.
A proposito di biblioteche, l’attuale premier ha affermato che vorrebbe ampliare gli orari d’apertura di quelle la cui amministrazione dipende dalle competenze municipali mentre il suo rivale, che comunque concorda con Sarkozy sull’ampliamento dell’orario, ha aggiunto che saranno attuate delle campagne di comunicazione dirette alla gioventù per avvicinarla alla lettura e che i budget a disposizione dei bibliotecari da destinare all’acquisizione di nuovi testi sarà aumentato.
Infine la digitalizzazione. Holland è deciso ad abrogare l’Hadopi e a remunerare gli autori «attraverso il contributo di tutti gli attori dell’economia digitale»; a incoraggiare politiche di prezzo che siano «di molto inferiori» a quelli dei libri di carta; a sollecitare la creazione di una piattaforma unica di distribuzione dei libri digitali sotto diritti per le librerie; a incrementare, fino a portarlo a 4 milioni di euro, il fondo Cnl per la digitalizzazione delle opere sotto diritti; a riprendere l’iniziativa di digitalizzazione del patrimonio librario francese che vedeva protagonisti Google e Gallica.
Sarkozy invece manterrebbe l’Hadopi e, a sua volta, incoraggerebbe la creazione di una piattaforma di download sulla base di un accordo tra librerie ed editori. Soprattutto rinforzerebbe il telaio giuridico le cui fondamenta sono già state poste durante il suo mandato: legge sul prezzo unico del libro digitale, Iva al 7% sugli e-book; digitalizzazione delle opere fuori catalogo in partnernariato con gli editori per la Bnf: «La digitalizzazione è la nostra prima sfida», ha affermato il premier.
Quale delle due politiche convincerà di più gli attori del mondo librario francese? E la loro scelta coinciderà con quella del resto della Francia? Staremo a vedere, di certo c'è che nel nostro Paese, al contrario di quanto avviene Oltralpe, stentiamo a credere che i problemi concreti dell'editoria, delle librerie e delle biblioteche possano essere voce di dibattito durante un'elezione politica.