
Hachette Book,
finito recentemente sulle prime pagine dei quotidiani americani (e non solo) per l’«affaire» DoJ vs Apple e i Big Six, ha aperto una collaborazione con due distributori di libri digitali – la cui identità non è stata ancora resa nota così come rimangono nell’ombra i nomi delle biblioteche con cui il gruppo si sta confrontando –
per portare una selezione dei suoi più recenti best-seller agli oltre 7 milioni di frequentatori delle
biblioteche americane.
Si tratta di un programma «pilota» che aiuterà ad Hachette a saperne di più su interessi, comportamenti di lettura e aspettative degli utenti delle biblioteche. Informazioni preziose queste, tanto più che potrebbero consentire all’editore di far breccia in un nuovo mercato, non ancora esplorato.
Finora,
l’unico grande gruppo editoriale americano ad offrire accesso illimitato ai propri titoli è stato Random House che però ha appena aumentato esponenzialmente i prezzi dei suoi libri digitali per le biblioteche.
Penguin invece ha interrotto la partnership con OverDrive, il suo distributore di e-book e audiolibri per le biblioteche.
Macmillan e
Simon & Schuster non distribuiscono e-book disponibili per la fruizione bibliotecaria mentre
HarperCollins adotta un sistema particolare per cui l’e-book può essere scaricato solo 26 volte prima che la biblioteca debba acquistarne una nuova copia.
Un rapporto complicato e con regole non ancora definite dunque, quello che lega gli editori di libri digitali al mondo delle biblioteche. Eppure, all’alba del XXI secolo, un catalogo ben fornito di e-book dovrebbe essere la premessa fondamentale di tutti gli istituti di conservazione e promozione della lettura.