Europeana, la grande biblioteca digitale europea chiama a raccolta gli Stati membri dell’Unione e li invita con una Raccomandazione diramata nei giorni scorsi a intensificare le proprie iniziative, a mettere in comune le risorse e a coinvolgere il settore privato sul fronte della digitalizzazione del materiale culturale.
Secondo il testo diramato l’obiettivo principale è infatti quello di sviluppare piani affidabili e di istituire partenariati per passare entro il 2015 dai 19 milioni di documenti attualmente disponibili su Europeana ai 30 milioni di cui 3 milioni e 700.000 di pertinenza dell’Italia (alla Germania ne spettano quasi 5 milioni e mezzo, alla Francia 4,3 milioni, al Regno Unito quasi 4).
Proprio la digitalizzazione è ritenuta infatti uno strumento essenziale per ampliare l'accessibilità al patrimonio culturale comune agli stati europei e per promuovere la crescita nelle industrie culturali che, nonostante la crisi – e lungi dall’essere un peso morto – sono uno dei pochi istituti su cui ha ancora senso investire (basti ricordare, calandoci in un’ottica tutta italiana, i dati riportati in un recente rapporto presentato da Banca Intesa dove si afferma che 100 euro investiti nel settore ne portano 249 di beneficio al sistema Italia che occupa nel settore cultura 3,8 milioni di addetti e vale il 13% del Pil).