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Biblioteche

Chi va in biblioteca (e perché) in Italia

di Alessandra Rotondo notizia del 6 aprile 2018

In Italia, 8 milioni 654 mila persone dichiarano di essere state in biblioteca almeno una volta nel corso del 2015. Il 15,1% sul totale della popolazione di 6 anni e più, a fronte di quote che – negli altri Paesi europei – sono molto più consistente: il 23% dei tedeschi, il 33% di spagnoli e francesi e il 47% dei cittadini del Regno Unito. Né va molto meglio guardando alla frequenza delle visite: il 55,9% degli utenti è andato in biblioteca 1-5 volte nell’arco di un anno; l’11,8% è andato 6-9 volte e il 32,3% 10 o più volte, mostrando un panorama stabile rispetto al 2006.
 
Il dato italiano fa parte dell’indagine periodica di Istat I cittadini e il tempo libero, che dal 1995 rileva – ogni 5/10 anni – molteplici informazioni sulla lettura di libri, quotidiani, settimanali e periodici, sulla fruizione delle biblioteche e, più in generale, sulle modalità di impiego del tempo libero dentro e fuori casa. Per il 2015, lo studio è stato condotto su un campione di 24 mila famiglie (tutti i componenti sono stati intervistati), distribuite in circa 850 comuni di diversa ampiezza demografica. I dati raccolti sul tema biblioteche hanno rappresentato il punto di partenza per un incontro del programma professionale di Tempo di libri 2018: Il pubblico delle biblioteche.
 
Si tratta di informazioni particolarmente interessanti, soprattutto perché ci consentono di profilare il fruitore di servizi bibliotecari in Italia. Dati che ci fanno affermare, ad esempio, che l’abitudine di andare in biblioteca è più diffusa tra i giovani: le quote più alte si riscontrano nella fascia 6-24 anni, con un picco nella fascia 11-14 anni (un dato tra l’altro in crescita, considerando che erano il 38,4% nel 2006 e sono il 41,5% nel 2015).
 
È dopo i 25 anni che i frequentatori diminuiscono significativamente: e non è un caso, considerando lo stretto legame che la frequenza della biblioteca intrattiene con il trovarsi nella condizione di studente. Quasi 4 milioni di utenti delle biblioteche sono studenti: il 45,6% dell’utenza generale. In più, 4 utenti su 10 si sono recati in biblioteca esclusivamente per motivi legati allo studio o al lavoro, il 78% tra gli studenti. Ma, nonostante queste percentuali, permangono 3 milioni di bambini e ragazzi che, pur frequentando la scuola dell’obbligo (primaria e secondaria di primo grado), non sono mai stati in biblioteca nel corso del 2015.
 
Rispetto al pubblico delle biblioteche in Italia, c’è anche una significativa differenza per genere da rilevare. Le donne le frequentano più degli uomini: il 17,2% rispetto al 12,9%. E se le differenze sono minime tra i bambini di 6-10 anni e gli ultra 65enni, diventano forti nelle altre fasce di età: in particolare tra i 15 e i 24 anni. Tra le donne di 11-24 anni la frequenza della biblioteca si attesta al 42%, per poi diminuire fortemente; tra gli uomini il calo avviene fin dai 15 anni. Forti differenze di genere anche tra gli studenti di 15 anni e più: è il 51,6% delle studentesse ad aver frequentato una biblioteca nel corso del 2015, contro il  38,2% degli studenti. Rispetto al 2006 le differenze di genere sono aumentate, perché la fruizione è cresciuta di più tra le donne (che già presentavano livelli più alti).
 
L’utilizzo delle biblioteche è fortemente differenziato sul territorio. La quota più alta di fruitori si riscontra nel Nord-est (22,1%), seguito dal Nord-ovest con il 20%. Il Centro si attesta al 13,3%. Le quote minori si riscontrano nel Sud (7,6%) e nelle Isole (10,4%), sebbene il dato di queste ultime sia, in realtà, la media di due panorami di fruizione molto diversi:  quello siciliano con l’8% degli utenti e quello sardo con una quota pari a più del doppio: il 18,1%. Un dato – quello dell’utilizzo differenziato – senza dubbio condizionato dalla distribuzione territoriale delle biblioteche, a sua volta fortemente disomogenea. In Campania, dove c’è la più bassa quota di fruitori (6,6%), si riscontra anche una scarsa presenza di biblioteche (16,6 ogni 100 mila abitanti). All’opposto a Bolzano, dove la quota di fruitori sfiora il 35%, le biblioteche sono decisamente più diffuse (43,5 ogni 100 mila abitanti).

Se il 42% del campione è andato in biblioteca esclusivamente per motivi di studio e lavoro, il 39,2% lo ha fatto esclusivamente per piacere, come attività del tempo libero. Il 9,9% dell’utenza, infine, vi si è recato per entrambi i motivi. Tra gli uomini è più diffuso l’utilizzo esclusivo per motivi di studio e lavoro: il 45,4% rispetto al 39,6% delle donne. Che, al contrario, si rivolgono più spesso alla biblioteche nella fruizione del loro tempo libero (il 40,1% rispetto al 37,8% dei maschi). Anche l’età conta nell’identificare le ragioni che spingono a visitare la biblioteca: tra i bambini di 6-10 anni è più diffusa la fruizione legata al piacere e al tempo libero. Mentre al crescere dell’età e fino ai 24 anni è prevalente l’uso esclusivo legato a motivi di studio.

Sul fronte delle attività svolte da chi si reca in biblioteca, primeggia la presa in prestito di libri (60,1%), seguita a distanza dallo studio/lettura e dalla raccolta d’informazioni (rispettivamente al 39,8% e al 27,8%). Quote di frequentatori minori del 10% s’interessano a tutte le altre attività: dalla consultazione di quotidiani e riviste (9,8%) alla presa in prestito di materiale audiovisivo (9,3%); dalla partecipazione a corsi (4,5%), conferenze (5,5%), presentazione di libri (6,2%) alla navigazione in rete (4,1%).

SCARICA QUI LE SLIDE DI MIRIA SAVIOLI (ISTAT)

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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