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Distributori

Ascesa e declino del tascabile economico, il formato che ha cambiato la lettura negli Stati Uniti

di Alessandra Rotondo notizia del 17 dicembre 2025

C’è stato un tempo in cui il libro tascabile da grande distribuzione – il cosiddetto «mass market paperback», in contrapposizione al «trade paperback» delle librerie – era il formato più diffuso, più economico e più capillare dell’editoria americana. Un tempo in cui i romanzi si compravano insieme ai giornali, in edicola, al distributore di benzina o al supermercato, e in cui milioni di lettrici e lettori entravano in contatto con la narrativa proprio grazie a quei volumi piccoli, leggeri, economici, stampati su carta da poco e venduti prevalentemente al di fuori del circuito dalle librerie. Quel tempo, racconta Publishers Weekly, sta per chiudersi definitivamente.

La decisione di ReaderLink – oggi principale distributore statunitense di mass market paperback – di interromperne la distribuzione entro la fine del 2025 segna infatti l’ultimo atto di un formato che da anni vive una lenta ma costante marginalizzazione. I numeri raccontano con chiarezza la parabola discendente: secondo i dati Circana BookScan, le copie vendute sono passate da 131 milioni nel 2004 a 21 milioni nel 2024, con un’ulteriore flessione nel 2025. Un crollo di oltre l’80% che rende evidente come il tascabile economico, almeno nella sua forma storica, non sia più sostenibile.

Eppure, per decenni è stato un formato dominante. Tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Novanta, il tascabile da edicola ha rappresentato la principale porta d’accesso alla lettura per ampie fasce della popolazione. Nel 1979, per esempio, le vendite in unità superavano di gran lunga quelle di hardcover e trade paperback messi insieme. Il prezzo basso, la tiratura elevatissima e una rete distributiva che ricalcava quella di quotidiani e riviste permisero ai libri di arrivare in oltre 100 mila punti vendita non librari.

Quella diffusione non fu casuale, ma il risultato di una vera e propria infrastruttura industriale. Le tecniche di stampa mutuavano i modelli dell’editoria periodica, consentendo produzioni rapide e a basso costo; la distribuzione si affidava a una fitta rete di grossisti indipendenti; il sistema dei diritti prevedeva accordi di ristampa che rendevano possibile trasformare un successo in hardcover in un fenomeno di massa. A questo si aggiunsero, negli anni, fiere scolastiche, book club e iniziative itineranti che portarono i tascabili economici nelle comunità locali, anche le più remote.

Il declino, però, era già inscritto in alcuni cambiamenti strutturali. A partire dagli anni Novanta, la progressiva concentrazione della distribuzione aveva ridotto drasticamente il numero dei grossisti indipendenti, minando proprio quel presidio capillare che aveva fatto la forza del formato. Negli anni Duemila, l’arrivo dell’e-book introdusse una nuova idea di accesso al contenuto in quella fascia di prezzo, sottraendo al mass market paperback una parte del suo vantaggio competitivo. Nel 2011, i ricavi dei due formati erano ancora comparabili; da lì in poi, le traiettorie si sono definitivamente separate.

A rendere il quadro ancora più fragile sono intervenuti poi l’aumento dei costi di produzione e la difficoltà di mantenere prezzi molto bassi senza erodere i margini. Anche editori storicamente legati al formato, come Kensington Publishing, hanno iniziato da tempo a ridimensionarne il ruolo, pur riconoscendone l’importanza decisiva nella costruzione del proprio catalogo e del proprio pubblico.

La fine del mass market paperback non è solo la scomparsa di un oggetto editoriale, ma la chiusura di una stagione culturale, perché il formato ha contribuito a rendere la lettura un’abitudine popolare, quotidiana, non mediata da barriere economiche o simboliche. Ha portato i libri fuori dalle librerie, incontro a lettrici e lettori che magari non si riconoscevano come tali e che così hanno avuto la possibilità di esserlo.

In un’epoca in cui il tema dell’accessibilità economica torna centrale nel dibattito sull’editoria e sulla lettura, il formato che più di ogni altro aveva incarnato quell’idea esce di scena. Non per una decisione ideologica, ma perché il sistema che lo sosteneva non regge più. Resta la sua eredità, però, e una domanda aperta che riguarda anche altri mercati: quali saranno i nuovi formati capaci di coniugare ampia diffusione, prezzi contenuti e centralità del libro nella vita quotidiana di lettrici e lettori?

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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