La promozione della lettura, la fruibilità della conoscenza lungo una rete di infrastrutture connesse con il territorio: dalle case editrici, alle librerie, alle fiere del libro nazionali e internazionali. Ma anche l’innovazione e la digitalizzazione, e l’internazionalizzazione come strumento per ampliare lo sguardo e cucire i legami, oltre che per rafforzare il potenziale economico e culturale del libro. L’industria culturale è un tassello particolarmente significativo per lo sviluppo economico della Regione Lazio, ed è così che la vicepresidente Roberta Angelilli – che abbiamo sentito per un’intervista – delinea e governa le misure a suo sostegno.
Nello specifico, qual è l’impatto della filiera libraria sul tessuto economico della Regione?
Partendo dai più recenti dati sull’editoria nazionale diffusi dall’Associazione Italiana Editori, l’editoria ha registrato nel 2022 un giro d’affari superiore ai 3,3 miliardi di euro: un volume di vendite che, nonostante la pandemia e le congiunture, conferma come il nostro Paese sia ai primi posti in Europa per mercato editoriale.
Si coglie, anzi, una significativa inversione di tendenza per quanto attiene l’acquisto di libri. Dopo un periodo di continua crescita delle vendite online, complice anche la pandemia, già nel 2021 i lettori sono tornati ad acquistare nelle librerie fisiche.
In questo quadro, il ruolo del Lazio è determinante: regione seconda in Italia per numero di imprese e di addetti nella filiera del libro. Stando ai dati Istat, il Lazio esprime infatti il 17,3% delle imprese nazionali in campo dell’editoria (301 imprese in termini assoluti), a poca distanza dalla Lombardia (20,9% del totale Italia, con 362 imprese).
Si tratta di un patrimonio costituito in larga parte da piccoli e medi editori, con marcate specializzazioni nei diversi comparti del settore, che rispondono in maniera efficace alle diverse richieste dei lettori.
In che modo la Regione Lazio pensa di sostenere questo settore?
Una prima linea d’intervento risiede nella promozione della lettura tra giovani e famiglie, fondamentale per alimentare la domanda. Senza entrare nel merito delle dinamiche interne al settore, la Regione sta programmando e in alcuni casi ha già avviato iniziative per sostenere la digitalizzazione, l’innovazione e l’internazionalizzazione dell’editoria come di altri segmenti produttivi strategici dell’economia regionale.
Sostenere la cultura significa sostenere chi rende fruibile la conoscenza, come appunto le case editrici, ma non solo. Le stesse librerie hanno un impatto importante sul nostro tessuto sociale e culturale, perché non sono solo delle semplici attività economiche ma un presidio di cultura sul territorio.
Come amministrazione regionale intendiamo sostenere soprattutto le realtà piccole e medie che non hanno la forza dei grandi gruppi. In particolare, garantendo la loro presenza a eventi importanti come le fiere nazionali ed internazionali, come il Salone del libro di Torino, la Fiera del libro di Francoforte e Più libri più liberi. Non possiamo permettere che tante piccole realtà imprenditoriali del nostro territorio perdano occasioni come queste.
Per portare avanti queste iniziative, è necessario attivare sinergie positive tra tutte le forze vive e sane del territorio, per accompagnare chi fa impresa, favorendo – come detto – processi di innovazione, digitalizzazione e di internazionalizzazione, altrettanti pilastri della politica economica regionale, ma senza dimenticare l’apporto storico fondamentale del nostro territorio allo sviluppo dell’editoria nel corso dei secoli. Un patrimonio nato a Subiaco nel 1465 con la prima tipografia italiana, simbolo di cultura, di sapere e di conoscenza, promotrice della creazione di quel linguaggio universale che oggi più che mai costituisce un antidoto contro l’odio, la guerra e la divisione.
E in prospettiva internazionale? Quali azioni state intraprendendo per sostenere editoriali laziali?
L’internazionalizzazione del sistema produttivo è uno dei pilastri della programmazione regionale in campo economico.
Il 9 novembre 2023 si è aperto il primo importante bando con cui la Regione Lazio, utilizzando i fondi europei FESR Lazio 2021-2027, punta a sostenere le piccole e medie imprese (PMI) che intendono partecipare, con un proprio spazio espositivo fisico, a manifestazioni fieristiche e saloni internazionali.
Con alcune importanti novità: oltre alla semplificazione delle procedure, con l’intero iter di domanda di contributo gestito digitalmente sulla piattaforma GeCoWeb Plus di Lazio Innova, il Lazio ha individuato un sistema contributivo forfettario che stabilisce a priori il contributo per l’acquisto degli spazi espositivi in Italia e all’estero da parte delle imprese (da un minimo di 7.200 euro a un massimo di 50 mila), semplificando drasticamente anche la rendicontazione da parte delle imprese ammesse a questo innovativo finanziamento europeo. I beneficiari, infatti, non saranno più tenuti a fornire fatture e documenti ma dovranno semplicemente dimostrare di aver realizzato le attività del progetto, ad esempio fornendo foto o video dello stand e dello spazio espositivo acquistato.
Questo elemento costituisce un ulteriore valore in vista dell’appuntamento alla Fiera del libro di Francoforte 2024, dove l’Italia parteciperà come Paese Ospite d’onore.
Se vogliamo vivere in un mondo più giusto, costruendo un nuovo modello di sviluppo che sia più sostenibile e più inclusivo, dobbiamo iniziare dalla cultura e dai giovani.
Contenuto in collaborazione con LazioInnova