Sono anni di fermento per gli Emirati Arabi Uniti, economicamente e non solo: l’industria editoriale, in questo senso, non fa eccezione. Sono centinaia gli editori al momento in attività, e molti di questi sono nati negli ultimi anni, a conferma di una vivacità culturale che cerca sia di allargare il mercato interno (attraverso iniziative di promozione della lettura e proposte che conquistino i lettori), sia di ottenere spazi e riconoscimenti a livello internazionale.
Lo sa bene Bodour bint Sultan Al Qasimi, che non solo ha fondato e dirige il Kalimat Group (una delle realtà editoriali più attive degli Emirati), ma ha anche contribuito alla creazione dell’Emirates Publishers Association e si è sempre spesa per la promozione della lettura e dell’alfabetizzazione, attività in cui ha seguito le orme della sua famiglia: suo padre, lo sceicco Sultan Bin Mohammed Al Qasimi, ha promosso molte iniziative culturali ed editoriali, e non è un caso caso che la Fiera Internazionale del Libro di Sharjah si tenga sotto il suo patronato, con lo slogan «For love of the written word».
Per questo Bodour Al Qasimi ha ormai assunto un ruolo di rilievo nel panorama editoriale internazionale, e a dieci anni dalla fondazione della casa editrice Kalimat (dedicata ai libri per bambini e ragazzi), per molti il suo è il nome che indica, per eccellenza, l’editoria degli Emirati, aperta alle sfide del futuro, desiderosa di affacciarsi su nuovi mercati, e alla ricerca continua del binomio qualità e quantità.
Dopo la partecipazione di Kalimat alla Fiera dell’editoria per ragazzi a Bologna, e dopo i contatti che l’editoria italiana ha avuto con quella emiratina durante l’Abu Dhabi International Book Fair, abbiamo raggiunto Bodour Al Qasimi per chiederle di parlarci della sua attività editoriale, delle prospettive internazionali per il suo Paese e delle attività di promozione della lettura attive a Sharjah e negli altri Emirati.
L’Emirates Publishers Association, che lei ha aiutato a fondare nel 2009, rappresenta centinaia di editori sul piano internazionale presso l’International Publishers Association e le fiere editoriali nel mondo; che opportunità ha portato sia al Kalimat Group, da lei fondato, che agli altri editori?
La Emirates Publishers Association (EPA) è stata concepita come supporto per un grande numero di piccoli editori che lavorano negli Emirati. L’EPA è stata la spinta dietro all’ascesa dell’industria editoriale degli Emirati e fornisce ai suoi membri servizi fondamentali attraverso la sua collaborazione con gli stampatori locali e le aziende di logistica. Dà anche particolare attenzione alle traduzioni da e verso l’arabo e promuove la protezione dei diritti di proprietà intellettuale e relative problematiche. Lo scopo dell’EPA è sviluppare l’industria editoriale degli Emirati rappresentando gli editori del Paese agli eventi, alle fiere e ai seminari regionali e internazionali.
Lavorando per disseminare la produzione emiratina attraverso il mondo arabo e a livello internazionale, l’EPA rafforza l’industria editoriale negli Emirati formando e supportando i propri editori e migliorando le leggi e le regolamentazioni relative all’editoria. Naturalmente, il Kalimat Group ha beneficiato di questi servizi e, come diretto risultato delle operazioni dell’EPA, ha forgiato nuove relazioni sia con realtà nazionali che internazionali, in particolare attraverso le varie opportunità derivate dall’essere membri dell’International Publishers Association. L’EPA ci ha aiutati ad affermarci in nuovi mercati e ha facilitato i contatti con vari fornitori di servizi, creando un ambiente più competitivo.
Gli Emirati (in particolare Abu Dhabi e Sharjah) sono molto attivi sul mercato internazionale e stanno cercando di ampliare i confini degli editori e dei lettori degli Emirati (e, in generale, del mondo arabo) attraverso i contributi alle traduzioni, progetti e attività come Sharjah Book City, la promozione della lettura e l’espansione delle proprie fiere; quali sono stati i miglioramenti più significativi, secondo lei? Come stanno cambiando concretamente il lavoro degli editori?
È difficile selezionare un’iniziativa che sia stata più significativa, perché i vari progetti e attività letterarie offerti da Sharjah lavorano in sinergia per creare un ambiente editoriale dinamico per gli Emirati. Comunque, se dovessi evidenziare una delle offerte emiratine direi la Sharjah International Book Fair (SIBF). Segnalata da «The Bookseller» come una delle quattro migliori fiere a livello globale, la SIBF si sta preparando per la sua 35esima edizione, che avrà luogo dal 2 al 12 novembre all’Expo Center di Sharjah. La SIBF 2016 presenterà numerosi luminari arabi e internazionali nel campo della letteratura, compresi romanzieri, scrittori di racconti, illustratori e editori. Gli ospiti parteciperanno a degli incontri per dibattere sui problemi che colpiscono il settore e a workshop dove trasmetteranno alcune delle loro capacità e competenze. Tutto questo crea ricche opportunità che si traducono nella creazione di lavoro, accesso a nuovi mercati e – quel che è più importante – una più ampia diffusione della cultura degli Emirati Arabi Uniti.
Ha parlato approfonditamente del ruolo che l’IPA e il settore editoriale dovrebbero avere nella diplomazia culturale, aiutando quei Paesi dove gli editori sono ostacolati. Facendo lei parte dell’Executive Committee, quali sono i punti che con maggior probabilità affronterà durante la prossima assemblea generale dell’IPA?
Credo fortemente sia nell’importanza del dialogo che nel tenere le porte aperte. Nel corso della storia l’interazione tra persone e lo scambio di idee ha migliorato le relazioni tra gruppi differenti e disparati. Come piattaforma per la diplomazia culturale, l’industria editoriale ha un ruolo importante nel rendere possibile una comunicazione significativa tra le nazioni. Il dialogo culturale può enfatizzare i punti d’incontro attraverso le somiglianze e le esperienze condivise, e può essere efficace nel creare spostamenti di percezione riguardo alle differenze sociali e culturali, come la libertà d’espressione ad esempio.
Negli Emirati Arabi Uniti, il mercato dell’industria creativa è cresciuto circa dell’11% dopo il 2012, quando l’EPA è diventato un membro a tutti gli effetti dell’International Publishers Association. Abbiamo anche formato delle partnership con associazioni chiave dell’industria a livello internazionale che ci hanno permesso di potenziare significativamente la qualità del settore e la competitività su scala globale. Questo a volte ha portato a conversazioni difficili, che però sono state caratterizzate da un dialogo aperto e sincero con tutti gli interessati, che rispettano le nostre differenze nell’amministrazione politica o nella cultura senza vedere queste differenze come invincibili. È attraverso la scoperta di un terreno comune di equilibrio, rispetto e comprensione che si costruiscono la tolleranza e la cooperazione. Se si chiude fuori qualcuno, lo si tiene al freddo, e l’isolamento porta solo a più barricate. Spero che la mia personale presa di posizione su questo argomento sia vista come una scelta a sostegno di tutti i membri – anche quelli potenziali – dell’IPA.
Ha detto che «la promozione della lettura, la cultura e la passione per i libri sono qualcosa che scorre nel sangue di Sharjah». In che modo questa forte spinta ideale vi aiuta nel creare nuove strategia per diffondere l’alfabetizzazione e l’amore per la parola scritta? Può parlarci di alcuni di questi progetti?
L’industria editoriale negli Emirati è più che un interesse commerciale e ha alla base un forte impegno nella promozione della lettura per la sua utilità sociale. Tra le specifiche iniziative organizzate per la promozione della lettura come un’attività nobile c’è la UAEBBY, la United Arabic Emirates Board on Books for Young People, la divisione nazionale della International Board on Books for Young People (IBBY). Nel corso degli ultimi sei anni, l’UEABBY ha lanciato una serie di campagne e iniziative che incoraggiano la cultura della lettura tra i bambini e i ragazzi. Il premio Etisalat per la letteratura araba per l’infanzia, la campagna «Read, Dream, Create», l’iniziativa «Kan Yama Kan» e «Books – Made in UAE» sono solo alcuni dei progetti lanciati dall’UAEBBY per aiutare ad alzare gli standard dei libri per bambini negli Emirati a livelli internazionali. Sharjah è anche sede di «Knowledge Without Borders», che porta contributi significativi all’industria editoriale. Attraverso la sua ultima iniziativa, il KWB ha preso l’impegno di pubblicare 1.001 titoli arabi in tutto il Paese, durante quest’anno e il prossimo. Lanciata a metà febbraio con lo slogan «Nutrire il talento per arricchire il contenuto», l’iniziativa «1.001 Titoli» contribuirà a rafforzare la produzione intellettuale locale sia nella qualità che nella quantità, fornendo agli autori emiratini il supporto finanziario per pubblicare nuovi titoli che evidenzino il passato degli Emirati, il suo presente e le sue aspirazioni per il futuro. Insieme al suo impegno nella crescita delle librerie di ogni famiglia, «1.001 Titoli» farà aumentare significativamente il numero di libri in arabo disponibili negli Emirati, arricchendo il panorama culturale del Paese.
Kalimat sta seguendo un percorso che potrebbe essere di grande ispirazione per altre realtà editoriali; sin dalla sua fondazione, quasi dieci anni fa, il catalogo è stato costruito con grande attenzione verso la rappresentazione, sia nel contenuto che nell’autorialità, e ora si espanderà grazie alle nuove partnership. Il bacino di lettori anglofoni è ovviamente uno dei più ampi e interessanti, ma il gruppo ha mai pensato di espandersi – non solo attraverso le traduzioni – anche in altri territori e in altre lingue?
Il Kalimat Group vende diritti per i suoi libri a editori internazionali con l’obiettivo di rafforzare lo scambio culturale e sottolineare il retaggio e i valori autentici degli Emirati. Kalimat ora vende circa il 20% dei propri titoli a editori italiani, canadesi, svedesi, turchi e indiani e abbiamo recentemente firmato un accordo con Bloomsbury, rinomata casa editrice britannica, per una collaborazione che porterà alla pubblicazione reciproca di un numero selezionato di titoli di Bloomsbury in arabo, e di Kalimat in inglese. L’accordo è progettato per dare accesso ai lettori inglesi e arabi nei rispettivi mercati all’incredibile varietà di opere prodotte da Kalimat e Bloomsbury, con l’obiettivo, più vasto e nobile, di aprire nuovi canali di dialogo interculturale e di esporre i giovani lettori alla cultura dei loro coetanei in altri paesi. Kalimat ha anche avviato una partnership con Quarto, che ci vede collaborare nella fondazione di una nuova imprint. Secondo i termini dell’accordo, Quarto fornirà i titoli, che pubblicheremo e distribuiremo in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa dai primi mesi del 2017. Le partnership con Bloomsbury e Quarto sono solo due degli accordi firmati recentemente per distribuire titoli sia in arabo che in inglese e noi stiamo cercando attivamente di espandere l’offerta dei nostri titoli disponibili in altre lingue.
Kalimat ha partecipato all’ultima Bologna Children’s Book Fair, vincendo sia il BOP – Bologna Prize Best Children’s Publishers of the Yeard e il Bologna Ragazzi Award New Horizons. Ha avuto l’occasione di incontrare degli editori italiani, e pensa che una mutua collaborazione possa essere una prospettiva interessante? C’è qualche traduzione in arrivo – dall’arabo all’italiano, e viceversa – in futuro?
In quello che è stato un risultato eccezionale per un editore emiratino, la Kalimat Publishing House ha vinto il Bologna Best Children’s Publishers of the Year, e ne siamo fieri, dopo essere stati in shortlist per molti anni. E ha ricevuto anche il prestigioso Bologna Ragazzi Award nella categoria New Horizons per il libro Lisanak Hisanak (Scioglilingua) – un altro risultato estremamente valido. Durante la fiera abbiamo avuto l’opportunità di parlare approfonditamente coi nostri colleghi italiani e non vediamo l’ora di aumentare il numero di titoli che al momento stampiamo in questa lingua.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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