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Normativa

Anche gli editori giapponesi sono preoccupati dall’intelligenza artificiale generativa

di Alessandra Rotondo notizia del 11 settembre 2023

La Japan Book Publishers Association, insieme alla Japan Newspaper Publishers & Editors Association e ad altre due associazioni di categoria del mondo dei contenuti, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui esprimono preoccupazione per la blanda attenzione riservata alla tutela del diritto d’autore nello sviluppo di tecnologie basate su sistemi di intelligenza artificiale generativa.

Secondo la dichiarazione, la legge giapponese sul diritto d'autore è estremamente permissiva nei confronti dell’addestramento dell'intelligenza artificiale, mentre si rivela manchevole di misure di tutela efficaci per proteggere i titolari di diritto d’autore. Per questi motivi, la dichiarazione congiunta delle associazioni insiste sulla necessità di creare un forum di confronto tra le autorità competenti e i soggetti potenzialmente lesi per giungere a un modello più funzionale.

Come sappiamo, l’approccio dei diversi Paesi nei confronti dell’intelligenza artificiale e sulla liceità dei perimetri di addestramento dei software non è uniforme. Con la sua Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, ad esempio, l’Unione europea pone le basi normative di riferimento per l’IA introducendo due eccezioni per il text and data mining, ovvero il processo di raccolta automatizzata dei dati che è parte del suo addestramento. Nell’insieme, queste eccezioni prevedono che, al di fuori dei casi di uso per ricerca scientifica senza scopo di lucro, i titolari possano riservare i propri diritti impedendo il text and data mining  a scopo commerciale: l’estrazione di testo e dati sarà legittimamente effettuata solo sulle opere a cui i miner hanno legalmente accesso.

Gli Stati Uniti, d’altro canto, ben più allineati ai desiderata delle big tech, fanno rientrare l’addestramento delle IA nel perimetro del fair use. Se meno restrittivo ancora del modello statunitense è solo la legislazione di Singapore, all’estremo opposto troviamo la Cina, dove tutti i materiali per allenare le intelligenze artificiali devono essere acquisiti sotto licenza. Con risvolti interessanti in termini di monetizzazione per i titolari dei diritti e la creazione di un vero e proprio mercato per questo tipo di contenuti.

In questo scacchiere, il Giappone sta trovando la sua strada. La dichiarazione promossa dagli editori sostiene che l'IA generativa impari da grandi quantità di documenti presenti su Internet senza la previa autorizzazione all’utilizzo dai titolari dei diritti di questi documenti. D’altronde, l’articolo 30 della legge sul copyright stabilisce che in Giappone è consentito sfruttare un'opera protetta da diritto d’autore in ogni contesto di data analysis, incluso l’addestramento delle intelligenze artificiali.

Secondo la dichiarazione, però, la legge non consentirebbe l'uso dei dati per l'apprendimento automatico nel caso in cui l’azione «pregiudicasse irragionevolmente» gli interessi del titolare dei diritti, non soffermandosi nel chiarire ulteriormente cosa questo voglia dire. E quando e come quest’abbozzata eccezione diventi, nel caso, operante.

Inoltre, sottolineano ancora gli editori giapponesi, la legge non vieta l'uso di opere pirata nell’addestramento dei software di intelligenza artificiale. Sebbene vi sia, infatti, la preoccupazione di distribuire in output massicce quantità di contenuti potenzialmente in violazione del copyright, non sono state introdotte con la normativa misure di tutele efficaci affinché il materiale pirata non rientri già nel «nutrimento» delle IA. Né strumenti di soccorso per i titolari che vedano violati i loro diritti d'autore.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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