Ed ecco la seconda ondata evolutiva dei modelli economici sul web.
La maggior parte delle media company ha imboccato, nel corso di quest’anno, una strada che – pur con nomi e soluzioni differenti – confluisce nel modello «subscription».
La domanda da porsi, nell’era del post-advertising, è: a quale servizio si sottoscriverà l’utente? Chi sceglierà come erogatore di contenuti? Per quale ragione? Con quale disponibilità di spesa? Aspettandosi cosa in cambio?
Dal punto di vista dei produttori ed erogatori «tradizionali» di contenuti (dalla tv via cavo agli editori), le risposte a queste domande sono fondamentali, perché ne innescheranno di altre: come si rifletterà la scelta degli utenti sui fatturati dei content producer tradizionali? Come modificherà il loro pubblico e, di conseguenza, riprogrammerà la loro offerta?
Negli Usa, Amazon ha stabilito un indiscutibile predominio con i servizi Prime e Netflix sta convincendo oltre 63 milioni di utenti a riconfermare il loro abbonamento di mese in mese; già Google appare invece indietro rispetto al cambio di paradigma, avendo risposto con una versione premium di YouTube che non pare introdurre l’utente a contenuti effettivamente nuovi, altri ed esclusivi.
Chi sta vincendo gioca sulla logica del pacchetto: confeziona un mix di contenuti e servizi in un’offerta unica, inglobando lo spazio altrimenti alla mercé dei competitor.
All’alba del web il costo dei contenuti ricadeva sui creatori o sulla piattaforma che li ospitava, poi è stata la volta dell’advertising model, ormai al tramonto. La fase della maturità coincide con la disponibilità dell’utente a pagare per i servizi dei quali fruisce.
Ai produttori e agli editori il compito d’intercettare e spartirsi questo mercato.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
Guarda tutti gli articoli scritti da Alessandra Rotondo