Bookwire – company tedesca leader nella fornitura di servizi per la distribuzione di contenuti digitali – ha rilasciato
uno studio sugli
effetti della quarantena sul consumo di e-book e audiolibri nei Paesi europei che compongono l’area linguistica tedesca:
Germania, Austria e Svizzera.
In linea di principio non sorprende che, quando le librerie hanno dovuto chiudere a metà marzo, le vendite digitali e il consumo di e-book e audiolibri attraverso formule di abbonamento siano cresciuti. Una crescita che almeno in parte si è raffreddata una volta che il commercio al dettaglio fisico è ripreso – dopo circa sei settimane – alla fine di aprile.
Eppure il modo in cui le routine di consumo dei lettori germanofoni si sono modificate durante (e dopo) il lockdown suggerisce che c’è ancora spazio per l’editoria digitale, e probabilmente non solo in Germania: sia per i formati «nuovi», come l’audiolibro, sia per quelli che s’immaginava oramai assestati nel loro perimetro, come gli e-book.
Rispetto a questi ultimi, se è vero che il picco di vendite più eclatante c’è stato nelle settimane di confinamento, è altrettanto vero che – in ottica strategica – la crescita più importante è quella che, pur più modesta, è perdurata oltre il lockdown. Frutto essenzialmente delle azioni di marketing delle case editrici indirizzate a sostenere i formati digitali.
Significativo anche il modo in cui le vendite si sono stratificate rispetto al
genere, con la narrativa per bambini e ragazzi – abitualmente sottovalutata nel segmento dei libri digitali – che ha mostrato un potenziale inimmaginabile prima della crisi sanitaria. Nel complesso, il
download di e-book per bambini, ragazzi e Young Adult ha conosciuto infatti una crescita del
+100% a valore e del
+115% a volume.

Sul fronte degli audiolibri, invece, si è manifestata una dinamica interessante tra il download dei singoli file – che ha avuto un picco a cavallo tra le prime due settimane di lockdown – e un più durevole e continuativo incremento degli ascolti sulle piattaforme di streaming in subscription. Dopo aver registrato un +28% tra l’undicesima e la dodicesima settimana e un ulteriore +23% tra la dodicesima e la diciottesima, l’ascolto di audiolibri in streaming ha confermato il livello raggiunto anche alla fine del confinamento.
Va detto, certo, che la maggior parte delle piattaforme di audio streaming offre abbonamenti su base mensile per i quali l’utente può cancellare il rinnovo in ogni momento. Pertanto è tutto sommato fisiologico che una parte dei consumi continui fino alla fine del mese (e alla risoluzione del contratto) anche se l’abbonato ha deciso di non aderire oltre all’offerta. Eppure la stabilità della curva (pur su un orizzonte temporale molto limitato) potrebbe essere in ogni caso l’embrione di un trend destinato ad affermarsi.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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