Cambio al vertice della classifica dei maggiori gruppi editoriali mondiali. Pearson cede lo scettro che deteneva ormai da diversi anni e si ferma al secondo gradino del podio con un fatturato di 4,58 miliardi di euro, a causa in particolare del calo delle vendite in Nord America. Al primo posto arriva RELX Group (noto fino al 2015 con il nome di Reed Elsevier) con 4,61 miliardi di fatturato, che nell’edizione dell’anno scorso occupava il secondo posto.
Questo è il primo risultato che emerge dalla classifica dei maggiori gruppi editoriali mondiali, realizzata per il tredicesimo anno da «Livres Hebdo» e «Publishers Weekly» e riferita ai risultati ottenuti nel 2018.
Il ranking, che comprende le 56 realtà editoriali con ricavi annui superiori a 150 milioni di euro, vede poi invariate le successive quattro posizioni con Thomson Reuters al terzo posto seguito da Bertelsmann, Wolters Kluwer e Hachette Livre. In forte calo il posizionamento del Grupo Planeta che l’anno scorso occupava il settimo posto e quest’anno è invece al ventiduesimo, a causa della vendita a luglio 2018 del gruppo editoriale Editis alla società francese Vivendi. Il gruppo Editis è presente in classifica quest’anno al 25°posto, con un fatturato di 750 milioni di euro.
Sono due le realtà italiane presenti in classifica: il Gruppo editoriale Mauri Spagnol in 37° posizione con un fatturato di 454 milioni di euro, che comprende anche i risultati di Messaggerie Italiane, seguito al 38° posto da Mondadori con 450 milioni di euro.
La classifica di quest'anno prevede anche il ritorno degli editori cinesi, esclusi negli ultimi due anni a causa della linea politica attuata dal governo cinese rispetto ai criteri di valutazione delle aziende culturali del Paese, che rendeva impossibile il confronto con le realtà internazionali. Quest’anno sono cinque i gruppi editoriali cinesi presenti in classifica, con il risultato migliore raggiunto dal gruppo Phoenix Publishing and Media Company, che occupa la dodicesima posizione con un fatturato di 1,39 miliardi di euro.
I risultati sottolineano un aspetto che abbiamo già avuto modo di osservare nelle scorse edizioni. Oltre la metà (il 55,6%) del fatturato totale è relativo a case editrici con sede centrale in Europa. Una percentuale inferiore rispetto al 61,7% del 2017, a causa appunto dell’aggiunta quest’anno delle case editrici cinesi, che ha portato l’Asia a incidere per il 16,6% del totale (contro l’8,9% del 2017). Se però confrontiamo queste quote con quelle del 2012 possiamo osservare una sostanziale stabilità nella distribuzione geografica del fatturato. L’Europa incideva infatti per il 57,1% e l’Asia per il 17,5%. Senza grandi variazioni anche la quota del Nord America: nel 2018 è del 26,7%, contro il 24,4% del 2012.
Se andiamo ad analizzare i risultati a livello europeo, possiamo osservare che il 27,4% del fatturato è realizzato da società con base nel Regno Unito, il 26,6% dalle otto case editrici con base in Germania e il 15,4% dalle sei realtà francesi. In questo senso, sarà interessante osservare se (e in che misura) la Brexit, prevista a oggi per il 31 ottobre prossimo, avrà un effetto anche su questi equilibri ormai consolidati.
Da un confronto con le edizioni precedenti si conferma anche il ruolo strategico del settore accademico/professionale: quasi il 60% del fatturato mondiale è realizzato da gruppi editoriali attivi in questo settore. Confermata è anche la forte concentrazione dei ricavi nella prima parte della classifica. I primi dieci gruppi in classifica realizzano infatti il 51,4% del fatturato e i primi venti arrivano a oltre il 70% del fatturato totale.
A parte il cambio al vertice della classifica, alcuni movimenti legati ad acquisizioni o cessioni di case editrici e il ritorno delle case editrici cinesi, il quadro che emerge mostra quindi una situazione sostanzialmente stabile e caratterizzata da una forte concentrazione sia a livello geografico sia a livello di generi editoriali che vede comunque l'Europa mantenere il suo ruolo strategico a livello internazionale.
Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.
Guarda tutti gli articoli scritti da Antonio Lolli