«Non snatureremo Anobii e non lo renderemo una piattaforma commerciale». Così risponde, all'indomani dell'
annuncio dell'acquisizione da parte del Gruppo Mondadori,
Edoardo Brugnatelli, nuovo responsabile per l'Italia del social network dei libri, a chi gli chieda se ci sia da aspettarsi anche da noi una
virata commerciale per uno dei principali «salotti letterari digitali» della rete.
Già, perché il punto forte del social network lanciato nel 2006 da Greg Sung è proprio la capacità di attrarre i
forti e fortissimi lettori (che di questi tempi sono rari quanto preziosi) che attraverso le librerie digitali in cui è organizzato il sito possono esporre, recensire, aggiornare e commentare gli ultimi libri letti, ma anche conoscere altri lettori che hanno gusti letterari affini e partecipare ai gruppi tematici.
Ma non è tutto, perché se nel mondo la piattaforma conta un milione di utenti, quasi
un terzo dei profili è italiano: «Anobii è di gran lunga la più grande comunità di social reading di lettori italiani presente sul Web ed è anche per questo che ci siamo mossi nella direzione dell’acquisizione del marchio e degli asset» continua Brugnatelli.
Questa acquisizione potrebbe essere proprio ciò di cui ha bisogno la community italiana per consolidare la propria preferenza per il social network che qualche bug nel funzionamento generale negli ultimi anni l’ha scontato, soprattutto a confronto di altre neonate piattaforme come
l’italiana Zazie o l’americana Goodreads (recentemente, e non senza polemiche,
acquisita da Amazon).
Questa sembra la strada che Mondadori intende percorrere e nel comunicato di ieri si annunciavano investimenti per raggiungere «più elevati standard tecnologici» e «nuove funzionalità al servizio degli utenti».
Ma quali sono i primi interventi che il Gruppo Mondadori intende portare avanti e verso quale direzione vanno? «Cercheremo di rendere molto più veloce la navigazione, faremo in modo di rendere effettivamente navigabile Anobii sui vari device (smartphone, tablet, etc) e cercheremo di risolvere i bug che da anni caratterizzano la piattaforma» spiega Brugantelli.
L’acquisizione di Anobii rappresenta dunque
un ulteriore tassello della strategia digitale di Mondadori. La casa editrice di Segrate in autunno aveva infatti lanciato l’atteso portale
Scrivo.me che nelle prime intenzioni avrebbe dovuto essere una nuova piattaforma per il self publishing ma che poi si è scelto di virare più sul lato formativo (ospita gli interventi e i consigli di editor e addetti ai lavori) e di community per coloro che vogliono autopubblicarsi.
«In effetti la logica che stava dietro alla nascita di Scrivo.me era quella di creare una community che fosse per certi versi l’equivalente di Anobii, ma sul mondo della scrittura. Ma in questo momento pensiamo che la priorità assoluta sia quella di dare chiaro e forte agli utenti di Anobii il messaggio che la piattaforma non verrà snaturata in alcun modo. Resta che come la nascita di Scrivo.me, l’acquisizione di Anobii rientra in una strategia che individua nella
dimensione social in campo digitale un elemento fondamentale».
Resta una domanda per Brugantelli, perché nessun editore italiano aveva ancora investito seriamente nel portale, nonostante il grande bacino di forti lettori che coinvolge? «Bisognerebbe chiederlo a loro! Di certo qui a Segrate, ormai da anni ci si misura sempre di più con le opportunità del digitale, una sfida insieme difficile e affascinante».