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Mercato

Amazon, da Kindle Unlimited a Amazon Studios tutto quello che sta succedendo all'everything store di Bezos

di Lorenza Biava notizia del 24 febbraio 2015

È un periodo abbastanza intenso per Jeff Bezos preso negli ultimi tempi tra più fronti. Da un lato la recente avventura nel mondo del giornalismo tradizionale con l’acquisto un paio d’anni fa del «Washington Post» e il processo di riammodernamento che oggi sta dando i primi frutti (+62% per i visitatori del sito), ma anche i primi grattacapi con una redazione sempre più polarizzata tra chi apprezza l’approccio più commerciale di Bezos e quanti invece temono per le sorti del prestigioso quotidiano. C’è poi l’espansione del servizio di e-book in abbonamento Kindle Unlimited che nelle ultime settimane è arrivato in Messico in Canada ma che sta incontrando qualche problema in Francia, dove secondo la relazione della mediatrice del libro Laurence Engel la modalità di abbonamento illimitato non rispetterebbe la legge sul prezzo unico. Idem per il versante logistico: se da un lato è stato lanciato il servizio di consegna in un ora per New York (la previsione è di espanderlo ad altri centri urbani a breve), dall’altro Amazon è stato bruciato sul tempo da Alibaba per la fantomatica consegna via drone. Infatti, mentre negli States l’autorità per il volo è ancora restia a concedere l’uso dello spazio aereo a questi velivoli, in Cina un selezionato numero di clienti di Alibaba di Guangzhou, Pechino e Shanghai è entrato a far parte della fase di test del servizio che gli consentirà di ricevere i propri ordini al volo grazie ai droni in meno di un’ora.
E mentre in Italia Amazon rende disponibile uno sfogliatore anche per una selezione di titoli cartacei (giusto per dare l’idea delle geografie dell’innovazione), è in patria con i suoi Amazon Studio che Bezos sta conducendo gli affari migliori. Il settore cinematografico è infatti in questo momento uno dei business di maggiore interesse per il Ceo, tanto che solo nel 2014 il gruppo ha investito 1,3 miliardi di dollari per le sue produzioni e per l’acquisizione di prodotti video, raccogliendo l’entusiastica adesione di registi del calibro di Woody Allen o Ridley Scott che hanno già accettato di dirigere alcune miniserie. Certo, siamo ancora lontani dai 3,2 miliardi investiti a livello globale da Netflix, uno dei principali concorrenti del servizio, ma la strada sembra essere quella, anche grazie ai successi già raccolti da Bezos con Trasparent, la serie che agli scorsi Golden Globe si è portata a casa il riconoscimento come Miglior comedy (mentre il protagonista, Jeffrey Tambor, è stato insignito del premio di Miglior attore).
Forte delle proprie stime di crescita (basti rilevare che Netflix nell’ultimo trimestre 2014 ha battuto le attese sugli utili e sugli abbonati che oggi sono arrivati a 57,4 milioni nel mondo), la casa di produzione cinematografica del colosso di Seattle ha intenzione di sviluppare cinque nuove serie originali da lanciare tra 2015 e 2016 per i clienti Prime di Stati Uniti, Regno Unito e Germania. Tra i titoli in programma ci sono The Man in the High Castle, tratta dal romanzo ucronico di Philip K. Dick La svastica sul sole, la docu-serie The New Yorker Presents e ancora due prodotti dedicati a i più piccoli: The Stinky & Dirty Show, tratto dalla serie I Stink! di Kate e Jim McMullan, e la serie per ragazzi Just Add Magic, basata sui volumi YA di Cindy Callaghan.

L'autore: Lorenza Biava

Volevo fare l'astronauta, poi il dottore, ma un giorno di settembre ho iniziato a scrivere e la passione è diventata professione. Dalla cronaca di una città di provincia agli ultimi trend del mercato editoriale internazionale ho scritto e interpretato ben più di 50 sfumature di inchiostro (e di pixel!). Sono nerd per vocazione, amante delle serie TV e dei super eroi.

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