Parlare delle librerie di Venezia significa addentrarsi in quella che fu a lungo la capitale del libro e del commercio librario. Nel 1494 Aldo Manuzio la scelse come luogo ideale per fondare la stamperia aldina, e dall’anno successivo al 1515 stampò un centinaio di edizioni, senza dubbio le più belle in Europa, che crearono di fatto il libro e l’editore moderno, arrivando così a stampare la metà dei volumi che si pubblicavano nell’intera Europa. Nella prima metà del Cinquecento Venezia arrivò a ospitare 150 stamperie, ed era sede di veri e propri tour. Nel 1875 c'erano solo 26 alberghi, ma ben quindici librerie, fra librai e venditori di stampe incise. Più o meno come oggi! Dal 2000 la città lagunare ha visto chiudere 13 librerie, a fronte delle quali sono nate alcune nuove realtà, caratterizzate dall’intuizione di una necessaria specializzazione e unicità della propria attività, nonché dall’esigenza di riscattare nuove modalità e intuizioni dell’essere libraio.
Partendo alla volta di un breve tour per le librerie veneziane, la prima tappa obbligata è una delle tre sedi della Libreria Cafoscarina, la principale libreria universitaria della città. La «Cafoscarina 2» si presenta quasi come una libreria generalista, con l’originale vetrina rivestita dalle quattro serie di lettere (dalla A alla Z) disegnate da Leonardo Sonnoli, i cui lavori più noti si sono basati sul rapporto grafico delle lettere alfabetiche, esibite visivamente nei modi più disparati e assunte a messaggio vero e proprio in numerose collezioni pubbliche internazionali, come il Louvre. Entrando sembrerà di fare un salto nel passato, con pilastri al centro della libreria, bancone all’antica dietro cui si muovono freneticamente i librai, e amplissimo assortimento di catalogo di editori storici, da Einaudi ad Adelphi, sino a Laterza, il Mulino e Sellerio. A due passi si trova la sede denominata «Cafoscarina 3», che data la vicinanza con la Facoltà di Lingue Orientali, si è specializzata in letteratura e saggi in traduzione in lingua originale cinese, giapponese, araba, turca, indiana ed ebraica.
A pochi passi dalle Cafoscarine, tappa obbligata di ogni visita a Venezia è la libreria Toletta, la più antica libreria di Venezia ancora in attività, fondata nel 1933 e gestita sino ad oggi dalla famiglia Pelizzato. Il nome ha una storia particolare: in veneziano significa infatti “piccola tavola”, perché pare fosse proprio con una tavola che si attraversava il canale nelle vicinanze, prima che venisse costruito il ponte.
Giovanni Pelizzato, nipote del fondatore e attuale gestore di questa antica tradizione libraria, ci racconta che la Toletta all’origine era dotata di una sola vetrina, dove si vendevano esclusivamente libri usati. Sino al 1976 generazioni di scolari hanno studiato su libri acquistati a metà prezzo in questa libreria, il cui fondatore Angelo era mosso dalla volontà di diffondere i libri tra le classi popolari. Al 1943 è legato uno dei tanti aneddoti della libreria: approfittando della crisi e deflazione, il fondatore decise di investire nell’acquisto di libri di prestigio, come i Dizionari di greco Rocci, e tantissimi libri Laterza. Finita la guerra, fu costretto a mettere in vendita i tesori acquisiti, ma proprio quei libri Laterza erano divenuti intanto quasi introvabili, perché gli alleati avevano bombardato il magazzino dell’editore. Di lì, il prestigio della libreria Toletta iniziò a essere conosciuto anche al di fuori dei confini locali. Negli anni Settanta e Ottanta la seconda generazione si caratterizzò per le «ondate» di romanzi e saggi a metà prezzo di Einaudi, Feltrinelli e Adelphi. Nel 1985, in controtendenza rispetto alla crescente apertura in città di negozi di abbigliamento e calzature, la libreria si allargava subentrando all’adiacente negozio di scarpe. E oggi, qual è l’anima di questa storica libreria? Giovanni Pelizzato ci racconta come a Venezia il target sia negli ultimi anni progressivamente cambiato, in relazione al numero di residenti – in costante contrazione (56.000) - e all’avanzamento dell’età media. Tre sono le categorie che frequentano la libreria: in primis gli abitanti di Venezia e dintorni, che pur non acquistando nella città lagunare, contribuiscono con il passeggio domenicale e sono clienti fidelizzati. La seconda tipologia di clienti è rappresentata dai turisti, che a Venezia sono 25 milioni all’anno. I loro acquisti convergono verso softcover, come cartine, guide, narrativa e saggistica in lingua straniera: francese, inglese, tedesca e spagnola, molto meno cinese e russa. Il terzo e ultimo target è rappresentato dagli universitari, principalmente delle facoltà umanistiche, in forte flessione a causa dell’impatto dell’online e del digitale, di fronte ai quali la migliore risorsa per la libreria resta sempre l’usato. Tra le difficoltà, ci spiega Giovanni, c’è anche la questione degli affitti, che a Venezia sono tarati sulla redditività media di un esercizio commerciale, evidentemente ben più alta di quella che può generare un prodotto come il libro. «Venezia è una realtà particolare, dove vantaggi e svantaggi si bilanciano – ci dice Giovanni – e l’offerta commerciale dei negozi da anni si sta sempre più orientando verso il basso, con prodotti ripetitivi e industriali, o verso prezzi molto alti. Occorre intercettare maggiormente i turisti con un non book di qualità, senza livellare verso il basso l’offerta, come prima ricetta. Quindi continuare nella selezione di libri di difficile reperibilità, contribuendo ad accrescere la diversità, che significa suggestioni, discussioni e avventure culturali indipendenti e immuni dalle logiche promozionali. D’altra parte, uno dei paradossi famosi di questa libreria è dato dalla percezione che molta clientela ha della Toletta: essere ritenuta una delle librerie italiane più fornite, e con libri introvabili. Il che mi ha sempre stupito, dal momento che non abbiamo che 40.000 volumi, un assortimento affatto immenso, al contrario di quanto molti clienti percepiscono!».
Procedendo in direzione Campo Santa Margherita si incontra poi la MarcoPolo, una libreria indipendente di Venezia con due sedi; la prima nata nel 2006, come libreria di remainder e usato, la seconda aperta a settembre 2015, proprio in Campo Santa Margherita, e dedicata all'editoria indipendente, con un ampio settore di libri illustrati, per bambini e adulti.
Si tratta di una realtà molto particolare, che «cerca di mantenersi in costante movimento, alla ricerca continua di trasformazione, di adattamento, in cui tanto il veneziano, quanto il turista si sentano a casa e possano, se vogliono, interagire in una vera libreria che ha sì libri in altre lingue, adatte anche per un pubblico di turisti, ma senza nessuna concessione o inchino al soldo facile del gadget o non book che il turista può portare», ci dice il proprietario, Claudio Moretti. Osservando scaffali e libri scelti, è evidente la volontà di indirizzare la domanda, attraverso una proposta originale e ben caratterizzata. La serrata suddivisione per editori, medio-piccoli e indipendenti, si accosta per contrasto a un layout colorato, vivace, ma ben visualizzabile, attraverso originali escamotage, come la collana Zoo-Scritture animali di :due punti edizioni, racchiusa in una gabbia di fili di ferro, o l’elegante disposizione a colonna verticale dei libri Nottetempo, racchiusi nell’apposito espositore appeso al muro. La cura e l’attenzione si riflette in ogni elemento di questa libreria, dove all’esposizione risponde la scelta attenta dei titoli, di narrativa italiana o inglese, di graphic novel scelti, di libri per ragazzi o di varia in inglese, particolari e accattivanti. Persino la musica, elemento spesso sottovalutato, è parte dell’ambiente – con una scelta mirata di generi e brani. A questo proposito Claudio Moretti ci racconta l’esperienza di Letti di Notte di quest’anno, in cui la MarcoPolo ha dato vita a un piccolo esperimento: «realizzare una performance in uno spazio anomalo, inserendo un dj-set nei propri locali: anche a luci spente, chi entrava era portato a guardare i libri. Poi tutti hanno capito che si poteva ballare, che la MarcoPolo è anche altro. Era il nostro obiettivo, mostrare lo spazio fisico della libreria sotto una nuova luce. L’attenzione agli eventi è centrale per noi, con presentazioni e autori di livello, prima poco sviluppate se non in luoghi prestigiosi di Venezia». Tra le iniziative di maggior successo tra i giovani il poetry slam, una gara di poesia in cui 8 poeti, avendo 3 minuti a testa, si misurano tra loro davanti al pubblico, che decreta il vincitore. Se non c’è ancora un’associazione delle librerie veneziane, Claudio Moretti ribadisce l’importanza di una comunicazione serrata tra i librai, resa più agile dai social, dove la comunanza di visione ha creato un dialogo continuo tra alcuni librai di diverse parti d’Italia, importantissimo in termini di scambi di idee, contatti, autori, o iniziative come l’Italian Book Challenge.
Concludiamo il nostro tour con quella indicata dalla BBC come una delle dieci più belle librerie al mondo, la Libreria Acqua Alta, espressione di una geniale intuizione di marketing, presente come attrazione turistica su quasi tutte le guide di Venezia. Davanti all’entrata, all’ombra di un fico, un cartello scritto a mano: “Welcome to the most beautiful bookshop in the world” apre lo sguardo a un vasto spazio ricolmo di libri, cunicoli, gondole et alia. Nessun anonimo espositore industriale ma solo mensole di recupero, una gondola, due scafi di barche, vasche da bagno, un pozzo e cesti di vimini colmi di libri. Tutti escamotage per salvare i libri dall’acqua alta, riconnettendo al contempo la libreria con l’unicità del tessuto lagunare che la ospita. In questa libreria si possono trovare testi sulla storia di Venezia, o scritti in dialetto veneziano, come El Principe Picinin; di teatro, cinema, sulla biennale d’arte, fumetti, narrativa italiana e straniera, o enciclopedie, utilizzate per realizzare una particolarissima scalinata che permette di affacciarsi sul canale e scrutare le gondole che passano e la famosa Corte Sconta di Corto Maltese. Nel retro bottega, come in molte case o esercizi veneziani, c’è un accesso all’edificio dall’acqua, con uno sgabello e una poltrona su cui accomodarsi per sfogliare i libri. E sembra riecheggiare quel festina lente, motto della stamperia di Manuzio, a richiamare la frenetica calma dell’identità libraria veneziana.
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Promotrice editoriale per la casa editrice Laterza, mi sono laureata in Editoria all’Università degli Studi di Milano con una tesi sulla collana Scrittori d’Italia. Sono specializzata nel mercato librario internazionale, con particolare attenzione verso strategie di marketing editoriale e commerciale, visual merchandising, storia del libro e della cultura editoriale. Sogno di partire per un Grand Tour per le librerie di tutto il mondo!
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