Il primato spetta, ancora per pochi giorni, alla famosa The Strand di New York, che copre un’area di
14 mila metri quadrati. Ma a fine aprile aprirà quella che si preannuncia come la più grande libreria del mondo, con i suoi
45 mila metri quadrati. Dove?
A Teheran, in Iran.
«Sarà una delle strutture ospitate nel Book Garden» ha dichiarato Mahmoud Salehi, assessore alla cultura della città. «Per adesso è stato speso un miliardo di rial [ndr più di 28 milioni di euro] in questo progetto» ha aggiunto, «e spero che tutti gli editori vogliano vedere i loro libri in vendita qui».
Oltre a un parcheggio da 5 mila posti auto (la capitale vanta una rete tentacolare di autostrade e sopraelevate che potrebbe far impallidire Los Angeles), il complesso avrà
un’area ristorante e quattro sale conferenze dove i professori universitari potranno fare lezione. Ci sarà inoltre un’area dedicata ai bambini, con un auditorium dove mettere in scena produzioni teatrali tratte dai libri.
Il Book Garden è un complesso di 100 mila metri quadrati, al momento ancora in costruzione. Si trova nel quartiere centrale di Abbas Abad, che funge da ponte tra i ricchi quartieri residenziali a nord e le zone commerciali più a sud. In questo quartiere sorge la moschea di Mosalla, la più grande a Teheran, che periodicamente mette a disposizione parte della propria superficie per eventi fieristici come la
Teheran International Book Fair, che si tiene ogni anno a maggio ed è frequentata da milioni di persone. Nel quartiere hanno sede anche la Biblioteca Nazionale, diversi musei e l’Accademia di Lingua e Cultura Persiana.
Quello iraniano è un mercato editoriale florido, malgrado l’inflazione che negli ultimi anni ha fatto crescere molto il prezzo medio dei libri. Inoltre, nonostante il clima di apertura dopo la salita al potere di Rohani,
la censura (sia pre che post-pubblicazione) continua a costituire un fattore di rischio poco prevedibile ed è perciò un forte limite alle iniziative culturali e imprenditoriali degli editori iraniani.
Dopo aver vissuto negli Stati Uniti e in Cina mi sono stabilita a Milano. Se non ho tra le mani un libro (e tre in borsa), sono rannicchiata vicino al finestrino di un treno a lunga percorrenza, armata di diario e macchina fotografica. Lavoro nell'editoria e nella scuola, e dal 2010 mi occupo per il Giornale della libreria di storie di libri e librerie nel mondo.
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