«Non sussistono più le condizioni per una attività in proprio». Così
Fnac liquida l'esperienza degli
8 store attualmente aperti dall'insegna francese in Italia.
Non più considerati strategici dal colosso d'Oltralpe, i punti vendita rischiano ora la chiusura al 31 dicembre di quest'anno, mentre i
600 dipendenti italiani del gruppo si preparano al peggio.
«
Da gennaio scorso chiediamo di sapere il nostro destino, nessuna risposta. Abbiamo anche chiesto, tramite i sindacati, contatti diretti con la Francia, siamo stati ignorati», dicono Enrico Calligari e Andrea di Eva, rappresentanti sindacali Filcam Cgil Fnac di Roma a «L'Unità».
«Sappiamo che Fnac non ha intenzione di investire e
se al 31 dicembre non compare un compratore siamo a casa. - continuano -. Noi ci auguriamo si palesi qualcuno perché i nostri negozi sono realtà consolidate nelle città dove sono presenti, ma
chi investe in cultura oggi?».
Contro la chiusura degli store, i lavoratori hanno già intrapreso una serie di iniziative. La prima a Genova dove i dipendenti Fnac stanno già in cassa integrazione perché lo store ha subito danni pesantissimi durante l'alluvione. Poi, la settimana scorsa a Milano, durante la Fashion Night mentre domani e martedì prossimo sono previsti nuove iniziative di sensibilizzazione a Roma e Firenze.
I dipendenti, anche tramite i
gruppi creati sui social network (come
Salviamo la Fnac), sperano di creare intorno alla vertenza il consenso dei tanti consumatori e appassionati che in questi anni hanno trovato nella Fnac un punto di riferimento. A partire da personaggi delle musica e dello spettacolo che, lanciati magari proprio dal colosso francese, secondo i dipendenti non esiterebbero a schierarsi con loro.