
Triste giornata per il mondo e la cultura lgbt. La più vecchia libreria lgbt statunitense, la
Giovanni's Room di
Filadelfia, chiuderà i battenti il 17 maggio. Ad annunciarlo è lo stanco e rassegnato proprietario, Ed Hermance, che l'aveva aperta nel 1973: «Vi do questa notizia con un sospiro di sollievo. Ormai mi costava troppa fatica»,
ha dichiarato al quotidiano locale.
La libreria, ormai in perdita da tempo, è stata un centro culturale di grandissima importanza per il movimento lgbt americano. Negli anni terribili dell'Aids, era spesso il primo luogo dove si andava a cercare supporto emotivo dopo aver scoperto la diagnosi. Nel 1992 era un business fiorente: oltre 100mila dollari di inventario, e vendeva come grossista anche a 88 librerie in 17 Paesi in Europa e Australia, oltre che in tutti gli Stati Uniti.
La
concorrenza di Internet, e soprattutto di Amazon, però, è diventata troppo forte per il proprietario ultrasettantenne. L'anno scorso aveva tentato di vendere gli edifici che ospitano la libreria, ma voleva farlo solo a chi avrebbe tenuto in piedi l'attività a cui aveva dedicato tutta la vita.
I piani però non hanno funzionato, e oggi il signor Hermance è pronto a godersi qualche anno di riposo dopo la vendita a un'agenzia immobiliare che vuole rimanere anonima. I profitti della vendita andranno alla Delaware Valley Legacy Fund, che elargisce borse di studio a ragazzi lgbt.
Una storia, questa, che ricorda tante altre accadute negli ultimi anni negli Stati Uniti: se ne è andata la
Lambda Rising di Washington, DC, la
Oscar Wilde Books di New York, la
A different Light Bookstore, nel cuore del quartiere Castro a San Francisco (il GdL aveva dedicato loro un profilo nel 2010).
Segni tangibili, questi, di un mercato davvero rivoluzionato dalla rete. Lo sappiamo bene anche noi milanesi, che abbiamo dovuto salutare la
libreria Babele ben tre volte (dopo l'ultima chiusura è rimasto solo un bookshop on line, che però non sembra più attivo dal 2013).
La necessità di centri di cultura, diffusione e dibattito come questi, radicati e attivi sul territorio non potrebbe essere più forte che oggi, alla luce dei fatti accaduti al liceo romano Giulio Cesare:
come riportato dai maggiori quotidiani italiani, alcuni studenti (e qualche genitore) hanno protestato perché due professori di lettere hanno fatto leggere
Sei come sei di Melania Mazzucco, romanzo che contiene, a detta loro, «materiale osceno» a sfondo omosessuale. Un'ulteriore conferma del
bisogno di educazione e sensibilizzazione sulle tematiche lgbt, a partire dal mondo della scuola.