Se come spiega Alberto Galla, presidente dell'Associazione librai italiani, anche le librerie indipendenti italiane stanno iniziando a vedere i primi segni della tanto attesa ripresa, il «Giornale della libreria» continua, dopo il North Carolina, il proprio viaggio alla scoperta dei segreti del successo delle librerie americane. Questa settimana il «GdL» giunge in Mississippi, e più precisamente a Oxford. Oltre a essere sede di una delle università più prestigiose del Paese (e anche una delle prime a essere de-segregate nel 1962, come ci ricorda una famosa scena del film Forrest Gump), la città vanta una vita culturale molto attiva: oltre all’eredità lasciata dal suo cittadino più celebre, William Faulkner, Oxford ospita anche una Conference of the Book, che da più di vent’anni riunisce scrittori, poeti, editori e giornalisti nella pittoresca cittadina per celebrare il mondo del libro. Parte del merito è anche di Richard Howorth, fondatore e proprietario di Square Books, libreria indipendente situata nella piazza principale dal 1979. Howorth è stato anche sindaco della città e presidente dell’American Booksellers Association.
Prima di tutto, qualche numero: metratura del negozio, quanti libri tenete, quanti librai lavorano con voi?
La nostra libreria è formata da tre edifici, tutti affacciati sulla piazza centrale. Il negozio principale ha due piani, per un totale di 370 mq. Il negozio accanto, dedicato all'usato, ai remainders e agli eventi, è di 330 mq. Il negozio dedicato ai bambini e ragazzi è di 315 mq. Abbiamo un totale di 34 impiegati, parte dei quali è part-time.
In che modo Book Passage costruisce la sua comunità e questo come influenza il suo giro d'affari?
Molti vedono la libreria di una comunità come un barometro della salute economica e culturale di quella comunità. Il nostro business, che all'inizio aveva un solo impiegato, il sottoscritto, è diventato quello che è grazie a chi ci sostiene e ci spinge a migliorarci. Come conseguenza, la nostra comunità avverte un senso di orgoglio in questa libreria, come se fosse di tutti. Io stesso la dirigo più come un gestore che un proprietario. Abbiamo iniziato a organizzare eventi con autori già nel primo mese di apertura, e oggi ne organizziamo circa 150 all'anno. Abbiamo inaugurato un club di prime edizioni autografate nel 1992 che oggi ha 220 iscritti. Organizziamo molte attività con autori per bambini, così come fiere del libro nelle scuole.
La Oxford Conference of the Book è uno degli eventi culturali più importanti della nazione, questo anche grazie a lei. Inoltre, è stato anche sindaco di Oxford e presidente dell’Aba. Quanto è importante per un libraio essere coinvolto nella vita culturale della propria comunità?
Il mio ruolo di libraio, sia per gli affari che per filosofia personale, è rendere la libreria rilevante per la comunità. Così facendo, inevitabilmente ci si impegna in diverse questioni relative alla comunità. La Oxford Conference of the Book era stata pensata come un modo per allargare il profilo della città come un luogo di vita e storia letteraria in modo che beneficiasse - in modi ancillari - la città, l'Università del Mississippi e, naturalmente, Square Books. La mia decisione di candidarmi a sindaco aveva una motivazione molto diversa: non era l'ambizione personale a spingermi, quanto la sensazione che potessi aiutare gli organi governativi ad affrontare al meglio un periodo di grandi cambiamenti per la nostra città. La mia esperienza veniva dagli anni in cui ho servito come presidente della American Booksellers Association, dove avevo avuto l'opportunità di lavorare con molti librai brillanti, appassionati, schietti e spesso politicamente astuti.