Dal 2021 i tentativi di censura dei libri nelle biblioteche scolastiche statunitensi sono in costante aumento. Un nuovo studio analizza le opinioni della popolazione nei confronti della questione: la maggior parte dei partecipanti al sondaggio è contraria ai tentativi di censura.
La ricerca è stata pubblicata dalla Knight Foundation – organizzazione senza scopo di lucro che fornisce sovvenzioni per il giornalismo, le comunità e le arti – e fa parte di una serie di studi sulla libertà d’espressione, realizzati in collaborazione con Langer Research Associates. L'indagine, dal titolo Americans’ Views on Book Restrictions in U.S. Public Schools 2024, si basa su un campione nazionale di oltre 4.500 adulti ed è suddivisa in quattro parti: la prima si concentra sulle opinioni e il coinvolgimento dei partecipanti nei confronti della questione, la seconda esplora le motivazioni che portano ad attuare tentativi di censura nei confronti dei libri, la terza analizza le tematiche relative alla libertà d’espressione e la quarta riporta una serie di commenti rilasciati dagli intervistati.
Nonostante più della metà dei partecipanti al sondaggio dichiari di essere consapevole dei tentativi di censura e giudichi la questione personalmente importante, pochi di loro vi partecipano attivamente. Infatti, circa uno su quattro – il 23% – conosce la situazione, ma un numero decisamente inferiore, il 3%, si è impegnato personalmente su questo tema: il 2% per incentivare l’accesso ai libri, l’1% per limitarlo.
Due terzi dei partecipanti non sostengono i tentativi di censura e la maggior parte di loro – il 78% – ha fiducia nella selezione dei libri da parte delle scuole: i convinti oppositori delle restrizioni sui libri superano numericamente i convinti sostenitori di quasi 3 a 1.
Il 61% considera l’appropriatezza dei contenuti dei libri all’età degli studenti un problema legittimo, soprattutto per quelli più giovani. Molti meno affermano che è corretto bloccare l'accesso a titoli che contraddicono le opinioni politiche, le convinzioni religiose o i valori morali dei genitori degli studenti.
Non sorprende che il sondaggio abbia rilevato che l’ideologia politica gioca un ruolo fondamentale nel sostenere o meno i tentativi di censura. Tra le persone che si identificano come conservatori, il 66% è a favore delle restrizioni sui libri. Quest'ultimi sono poco fiduciosi nella capacità delle scuole di gestire argomenti che concernono valori morali, genere e sessualità, convinzioni religiose e opinioni politiche e sono particolarmente contrari al rendere disponibili agli studenti libri che trattano di identità di genere non tradizionali e orientamento sessuale.
Al contrario, tra i maggiori oppositori delle restrizioni sui libri spiccano i liberali, i democratici e gli adulti parte della comunità LGBTQ+, con opinioni fortemente correlate alla libera espressione e al pensiero individuale.
La maggior parte dei partecipanti al sondaggio afferma che le bambine e i bambini dovrebbero sviluppare le proprie opinioni politiche, valori morali e convinzioni religiose, invece che adottare forzatamente il punto di vista dei genitori. Più della metà pensa che i tentativi di censura minaccino la libertà d’espressione degli studenti.
In conclusione, nove su dieci pensano che qualsiasi genitore di una scuola pubblica dovrebbe poter presentare un reclamo contro un libro al proprio distretto locale. Tuttavia, la maggioranza ha espresso preoccupazione per i potenziali effetti dissuasivi che le restrizioni potrebbero avere sull'adozione di titoli educativi da parte delle scuole. Inoltre, circa due terzi degli intervistati pensano che insegnanti, bibliotecarie e bibliotecari dovrebbero avere voce in capitolo nel decidere quali libri rendere disponibili agli studenti.