L’International Publishers Association ha annunciato la shortlist per l’edizione di quest’anno del Prix Voltaire, che premia chi ha dimostrato coraggio nel sostenere la libertà di stampa e nel permettere ad altri di esercitare il loro diritto alla libertà d’espressione.
Il comitato Freedom to Publish, responsabile della scelta dei candidati (e poi del vincitore) ha discusso diverse settimane prima di definire questa selezione: i membri del comitato, che conta esponenti del mondo dell’editoria provenienti da Argentina, Belgio, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Tailandia, Turchia e dagli Emirati Arabi hanno concordato nella scelta di sei possibili vincitori.
Si tratta di una casa editrice e cinque persone che lavorano come editori:
Fondata nel 1988, Evrensel (che significa «universale») ha pubblicato 689 titoli in diversi generi, abbracciando valori letterari e culturali progressisti. È una casa editrice multilingue con un catalogo che comprende opere in curdo, armeno, assiro e arabo.
A seguito dello stato di emergenza dichiarato dal governo turco successivamente al tentato colpo di stato di luglio 2016, l’Evrensel Kültür Magazine è stata costretta a chiudere improvvisamente a causa dei suoi legami con l’azienda Doga Basin Yayin, che è stata a sua volta chiusa per il successivo decreto del 29 ottobre 2016. La casa editrice Evrensel, in quanto parte di Doga Basin Yayin, è stata di fatto obbligata a interrompere l’attività quando i conti bancari sono stati congelati e i beni confiscati.
Turhan Günay ha lavorato per Cumhuriyet Books, il ramo dedicato all’editoria libraria del quotidiano Cumhuriyet, per più di trent’anni. Dal febbraio 1990 è stato anche direttore editoriale del supplemento di Cumhuriyet dedicato ai libri. Questo supplemento settimanale ha presentato recensioni e interviste, facendo conoscere ai lettori turchi innumerevoli scrittori e libri dall’Europa, dall’America Latina e dal Nord America, dall’Asia e dall’Africa.
Il 13 novembre 2016 Günay è stato arrestato con un altri editor e giornalisti. Günay, che si definisce un «inflessibile secolarista», è accusato di essere membro dell’organizzazione di terrorismo religioso chiamata FETO e dell’organizzazione terroristica curda PKK. È attualmente detenuto in carcere in Turchia.
Gui Minhai ha lavorato come editore e libraio a Hong Kong e si è specializzato nella produzione di libri commerciali di argomento politico che erano critici nei confronti della leadership cinese attraverso la sua casa editrice Mighty Current e la libreria Causeway Bay. È stato rapito da agenti cinesi dalla sua casa per le vacanze in Tailandia nell’ottobre 2015, è ricomparso in custodia della polizia cinese molto mesi dopo, e rimane tuttora detenuto senza possibilità di contatto né assistenza legale o consolare.
Gui Minhai ha lavorato a lungo per la libera circolazione delle idee, partecipando a conferenze per i diritti umani e sedendo nel board dell’Indipendent Chinese PEN. Il trattamento che gli è stato inflitto dalle autorità cinesi ha avuto un grave effetto intimidatorio sul settore editoriale di Hong Kong, un tempo vibrante e audace.
Kim Jeong-Ae è scappata dalla Corea del Nord nel 2003, raggiungendo la Corea del Sud nel 2005 attraverso il Vietnam e la Tailandia. Lavora come reporter per Radio Free Asia, trasmettendo in Corea del Nord, ed è segretario generale del Centro PEN degli Scrittori Nordcoreani in Esilio. Ha ricevuto il North Korea Human Rights Literary Award 2016.
Il suo lavoro con il centro PEN permette ai fuggitivi della Corea del Nord che hanno lasciato la loro patria per esprimersi liberamente attraverso la scrittura. Un esempio è stata la creazione della rivista letteraria PEN degli Scrittori Nordcoreani in Esilio, gestita e scritta da esuli nordcoreani sotto la sua guida. Kim Jeoing-Ae ha ricevuto numerose minacce da agenti nordcoreani che vivono in Corea del Sud.
Sta per fondare una casa editrice «per aiutare i fuggitivi che non hanno potuto esprimere liberamente il loro pensiero come scrittori in madrepatria pubblicando racconti incensurati della loro esperienza emotiva e della crudeltà che hanno affrontato in Corea del Nord».
Fondatrice di Nogaam Publishing: lanciata a Londra nel dicembre 2012, la casa editrice usa il crowdfunding per pubblicare e promuovere la pubblicazione digitale di opere persiane, che sono poi rese disponibili gratuitamente con licenza Creative Commons.
Nogaam fornisce una piattaforma dove gli autori possono ottenere sia visibilità che royalty. Nogaam ha ricevuto più di 300 manoscritti e ha pubblicato 40 titoli, anche con soggetti tabù in Iran: sesso, tematiche LGBT, minoranze etniche, diritti delle donne. Nel 2016 Nogaam ha tenuto la prima fiera del libro in lingua persiana al di fuori dell’Iran.
Moe Way era già un poeta pubblicato prima di aprire la casa editrice The Eras, nel 2001, per sopperire alla mancanza di pubblicazioni di poesia in Myanmar. Tutta l’editoria in Myanmar è soggetta a un intenso controllo e censura statale, ma The Eras è riuscita a forzare i limiti di quello che può essere pubblicato. Moe Way ha portato avanti la casa editrice attraverso tempi difficili, tra cui gli interventi governativi volti a limitare la possibilità di The Eras di operare a livello finanziario.
The Eras è una delle poche case editrici birmane che ha assicurato la pubblicazione di opere che affrontano problemi politici, il giornalismo e i problemi dei giovani, benché molti libri sottoposti da The Eras alla Press Scrutiny Board non abbiano ottenuto l’approvazione.
Kristenn Einarsson, a capo del comitato Freedom to Publish dell’IPA, ha detto che il comitato puntava a una shortlist con cinque nomi, ma che i nomi selezionati erano particolarmente forti.
Ha detto: «la varietà delle nomine quest’anno è stata davvero incredibile. Abbiamo ricevuto 21 proposte, che hanno indicato 14 diversi candidati da tutto il mondo, ognuno con una storia unica. Il comitato sente che ciascuno di loro ha mostrato autentico coraggio nel confrontarsi con la repressione della libertà di edizione, e nel prendere rischi per dare agli scrittori la loro voce».
Nel corso dell’estate il comitato selezionerà il vincitore del Prix Voltaire per il 2017, che riceverà il premio alla fiera di Göteborg, in Svezia, il 29 settembre, durante una cena di gala. Il vincitore prenderà parte a un seminario sulla libertà d’espressione che si terrà durante la fiera, sempre il 29 settembre.
Quest’anno il premio vede tra i propri sponsor anche l’Associazione Italiana Editori; l’AIE inoltre è attivamente coinvolta nel comitato Freedom to Publish con un proprio delegato.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
Guarda tutti gli articoli scritti da Camilla Pelizzoli