AGGIORNAMENTO DEL 27 MARZO 2025
Boualem Sansal è stato condannato a 5 anni di carcere e al pagamento di una multa di un milione di dinari (circa 7.000 euro) dal tribunale penale di Dar El Beida ad Algeri.
Celebrata senza preavviso, la sentenza ha portato Sansal a comparire non davanti a un tribunale penale, ma davanti a un tribunale penitenziario, per un'udienza durata circa venti minuti secondo il quotidiano in lingua araba Chorrouk.
AGGIORNAMENTO DEL 24 MARZO 2025
L’Associazione Italiana Editori si unisce agli appelli di scrittori, scrittrici, editori e editrici per chiedere la liberazione di Boualem Sansal.
AGGIORNAMENTO DEL 20 MARZO 2025
ll pubblico ministero, presso il tribunale di Dar El Beida a est di Algeri, ha chiesto 10 anni di carcere per Boualem Sansal. Lo riferiscono i media locali algerini. Durante il processo di giovedì 20 marzo, Sansal ha respinto tutte le accuse a suo carico, dichiarando di aver «semplicemente esercitato il suo diritto alla libertà di espressione»: il tribunale ha rinviato il verdetto al 27 marzo. Secondo i media algerini Sansal durante il processo è apparso in buone condizioni di salute, e ha affermato di «non aver mai inteso danneggiare lo Stato» e di non essere consapevole che «alcune sue dichiarazioni potessero risultare offensive per le istituzioni nazionali». Lo scrittore avrebbe deciso di difendersi senza l'assistenza di un avvocato, rispondendo direttamente alle domande del giudice.
Nelle scorse settimane, sempre secondo fonti algerine, Sansal avrebbe infatti revocato il mandato ai tre legali che lo assistevano, tra i quali l’ex diplomatico francese François Zimeray, che poco dopo la notizia della richiesta dei 10 anni ha reagito così: «Ho appreso dell’udienza dalla stampa algerina, si tratta di un processo fantasma tenuto nella massima segretezza e senza difesa, incompatibile con l'idea stessa di giustizia. Questo conferma la natura arbitraria dei procedimenti e di una detenzione tanto ingiusta quanto crudele. Per questo motivo ho presentato una denuncia contro l'Algeria presso gli organi competenti dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani».
Boualem Sansal è stato arrestato lo scorso 16 novembre all’aeroporto di Algeri con l’accusa di aver violato l’articolo 87 bis del codice penale algerino, che definisce i reati contro la sicurezza dello Stato e viene spesso usata come imputazione generica contro i dissidenti.
Sansal, infatti, è uno scrittore franco-algerino molto conosciuto per le sue posizioni critiche nei confronti del governo autoritario algerino e dei regimi teocratici. Il suo libro più famoso, intitolato 2084. La fine del mondo, è uscito nel 2015 (in Italia nel 2016 per Neri Pozza) e si ispira al celebre romanzo di George Orwell, 1984, per raccontare un mondo distopico governato da una dittatura islamista.
Il 22 gennaio 2025, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione in cui si chiede il rilascio immediato di Sansal e che condanna la repressione della libertà di espressione in Algeria. La Francia, dove Sansal ha ottenuto la seconda cittadinanza nel 2024, aveva reagito all’arresto con un irrigidimento delle relazioni diplomatiche con l'Algeria. Tuttavia, queste azioni non sembrano aver prodotto risultati significativi.
Dopo cinque mesi di detenzione, il caso di Sansal è tornato all’attenzione pubblica grazie alle azioni intraprese dal mondo del libro. Lo scorso 7 marzo, in particolare, molte scrittrici e molti scrittori si sono mobilitati in suo favore in Germania, dove nel 2011 Sansal era stato insignito dal Börsenverein, l’associazione degli editori e librai tedeschi, del Premio per la pace, per il suo battersi contro «ogni forma di cecità dottrinale, terrore e arbitrarietà politica».
Al Deutsches Theater Berlin, con l’associazione tedesca e altre istituzioni culturali, autori e autrici vincitrici come lui del Premio per la pace hanno dato vita a un evento di solidarietà per Sansal, lanciando un appello per la sua liberazione (che può essere ancora firmato) e avviando una campagna di raccolta fondi, tramite la Freedom of Expression Foundation, per finanziare la sua assistenza legale. A sostenere l’iniziativa anche i premi Nobel Herta Müller e Irina Ermakova, lo scrittore Kamel Daoud (il cui ultimo romanzo, premiato con il Goncourt, è stato vietato in Algeria), e Daniel Kehlmann, ospite d’onore alla Fiera del libro di Bruxelles.
Pochi giorni dopo, il 15 marzo, proprio la Fiera del libro di Bruxelles ha ospitato una nuova manifestazione di solidarietà allo scrittore, nell’ambito della quale è stato proposto di proclamare Boualem Sansal «ospite d'onore assente», invitando le altre fiere del libro a fare lo stesso come atto di denuncia e di mobilitazione. Durante l'evento, scrittori, editori e intellettuali hanno ribadito la necessità di intraprendere un'azione internazionale in suo supporto, indignati peraltro dai nuovi dettagli appresi sulle sue condizioni di detenzione: Sansal, anziano e gravemente malato, sarebbe privo di cure adeguate e di contatti con i familiari e il suo legale.
Boualem Sansal è nato nel 1949 in Algeria e fino all’arresto è vissuto a Boumerdès, nei pressi di Algeri. Alto funzionario del ministero dell’Industria algerino fino al 2003 (incarico da cui fu allontanato per i suoi scritti e le sue prese di posizione politica), ha vinto il Prix du premier Roman e il Prix Tropiques 1999 con il suo primo romanzo Le serment des barbares, il Grand Prix RTL-Lire 2008 con Le Village de l’Allemand, e il Grand Prix du roman 2015 de l’Académie française con 2084. La fine del mondo. Nel 2014 è stato nominato per il Premio Nobel per la letteratura.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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