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Lettura

Non potete non sapere chi è Colleen Hoover

di Samuele Cafasso notizia del 26 luglio 2022

Avere un libro nella top ten dei più venduti negli Usa negli ultimi sei mesi fa di te uno scrittore di successo. Due contemporaneamente, un caso editoriale. Ma cinque su dieci? Insane, just insane.

Ovvero, è una roba da matti dice Colleen Hoover. È lei l’autrice da 3 milioni di copie in sei mesi negli Usa, tenendo conto solo dei cinque titoli più venduti. Poi ci sono tutti gli altri, visto che ne ha scritti decine. E poi il successo all’estero: in Italia il suo libro più celebre – It ends with us – è settimo nella top ten dei primi sei mesi del 2022 e, spiega Grazia Rusticali, responsabile editoriale della narrativa di Sperling & Kupfer e di Piemme, «si sta avvicinando alle 100mila copie. In programma per l’anno prossimo abbiamo nuovi titoli ma non posso dire di più a parte che lavoriamo sia sulle sue novità che sul recupero di backlist».

Sembrerebbe che tutti stiano leggendo Coleen Hoover, ma allora perché se ne parla così poco? A lei i magazine non dedicano le copertine patinate che hanno dedicato a Sally Rooney, non è investita dalle polemiche che infuriano attorno a J. K. Rowling, le nuove uscite non sono attese febbrilmente dai giornali come quando Margaret Atwood scrisse il sequel dei Racconti dell’ancella. Ma nemmeno il suo successo è sezionato e discusso come quello di E. L. James, l’autrice di Cinquanta sfumature di grigio, se proprio si vuole farne una questione di alto/basso, con tutto il carico di problematicità che questa suddivisione comporta.

Il fatto è che il successo di Colleen Hoover sembra essere tutto dentro un meccanismo di fan-base e di passaparola fisico e digitale i cui confini sono nient’affatto porosi. Un classico effetto bolla per cui chi è fuori dal pubblico di riferimento – giovani donne appassionate di storie d’amore con una forte frequentazione del mondo digital, social network e piattaforme di autopubblicazione – fatica a vedere un fenomeno che in realtà sta crescendo e si sta sviluppando da almeno dieci anni.

«Se pensiamo a quelle che sono le recensioni, gli inserti culturali, è vero che non c’è attenzione in generale non dico verso questa autrice, ma alla narrativa rosa, il romance in generale, diversamente da quanto succede ad esempio per il giallo – spiega Rusticali –. Un caso clamoroso è Felicia Kinsley, per parlare di un’autrice non nostra. Ma se il mondo del rosa è una bolla, è una bolla enorme, con un bacino di lettrici pazzesco, che sono lettrici forti, molto esigenti, che quando si appassionano vogliono tutti i titoli di un’autrice. C’è un po’ di snobismo sul rosa, ma l’impatto di Hoover tra le bookblogger e le booktoker in realtà è fortissimo». 

Colleen Hoover ha pubblicato il suo primo libro, Slammed, esattamente dieci anni fa. Autopubblicato, anzi. La storia l’ha raccontata lei stessa a Roberta Scorranese nel 2019, in una delle pochissime interviste pubblicate in Italia, in questo caso dal magazine Buone notizie del Corriere della Sera. Allora trentaduenne con tre bambini, un lavoro malpagato come assistente sociale che l’ha portata a vivere per un periodo in un camper, Hoover deve accompagnare ogni settimana, per lunghi mesi, uno dei tre figli a delle prove teatrali in vista di un provino. Non vuole dirgli di no – è un suo sogno – e per passare il tempo si porta dietro un computer dove scrive il suo romanzo. I capitoli li fa leggere a parenti e amici mano a mano che li butta giù: piacciono molto, tutti sono curiosi di sapere come va avanti la storia. Lei allora si convince che può funzionare e decide di autopubblicare il romanzo con Amazon. Non ci sono storie di rifiuti editoriali, porte in faccia o altro: semplicemente Hoover non ha la minima idea di come si faccia a pubblicare e affidarsi ad Amazon le pare la cosa più semplice.

L’e-book inizia a vendere, circola tra i book bloggers, ottiene buone recensioni tra le appassionate di romance. Racconta dell’amore tra una diciottenne che ha perso improvvisamente il padre e un 21enne: vite travagliate e ai margini, passioni, rotture. Sono gli ingredienti di tutti i libri di Hoover che, una carriera come assistente sociale, nei suoi libri inserisce temi nient’affatto leggeri come il carcere o la violenza domestica, al centro del suo libro più noto, It ends with us. In altri ancora, ci sono elementi di mistery. Le protagoniste sono spesso donne giovanissime.

Slammed è il primo libro, ne seguono più di venti di una carriera che vede Hoover impegnata da subito a costruire attraverso Internet un rapporto solido con le sue lettrici e i suoi lettori. Scrive dei figli – è orgogliosa dei diplomi conseguiti, ma preoccupata della scelta di uno dei tre di diventare vigile del fuoco – posta selfie su Facebook e Instagram. Ad oggi, su quest’ultimo social ha un seguito di 1,3 milioni di persone. Diventa – per la sua fanbase – CoHo. Nel 2016 pubblica con un editore tradizionale – Atria, del gruppo Simon & Schuster – It ends with us e apre un gruppo Facebook per le sue lettrici dove potersi confrontare. Ogni presentazione dei suoi libri è un successo. 

TikTok arriva a questo punto, con un fortissimo rilancio nel 2021 di un libro pubblicato nel 2016, ma la storia è iniziata prima. Quando sul social network iniziano a comparire reel di persone che mostrano in lacrime il libro, o lo tengono tra le mani tremanti, le vendite decollano ma è impreciso dire semplicemente che è Tik Tok, come un fattore del tutto esterno, ad aver fatto «il miracolo».

Diverse booktoker, intervistate da Buzzfeed, spiegano che i loro contatti e le reaction si impennano quando inquadrano i libri di CoHo nelle loro storie, tanto che qualcuno si giustifica: a noi i libri suoi piacciono davvero, non li postiamo solo per avere più pubblico. A un certo punto non è più chiaro chi traina chi, è un circolo virtuoso che, tra le altre cose, supera i tradizionali confini nazionali. Tanto è vero che quando in Italia Sperling & Kupfer, visto quanto sta succedendo negli Usa, acquista i titoli di It ends with us, decide di pubblicarlo senza tradurre il titolo «per avere un riferimento immediato all’ondata su Tik Tok, basata sul titolo in inglese, e che era arrivata anche in Italia perché questo social è un mondo unico, senza confini nazionali».

Addirittura un romanzo già nel catalogo di Sperling che era stato pubblicato con il titolo italiano di Un ricordo ti parlerà di noi viene ripubblicato riprendendo il titolo inglese, All your perfects, e la grafica della copertina americana. Perché se il rosa è una gigantesca bolla, come suggerisce Rusticali, è una bolla che si muove secondo trend globali che azzerano le specificità dei mercati editoriali nazionali.

L'autore: Samuele Cafasso

Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.

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