Torna The spoken word audio, il report di NPR ed Edison Research che analizza i comportamenti dei fruitori dell’«audio parlato» negli Stati Uniti. Anche quest’anno l’indagine mostra una crescita di quota per i clienti dello «spoken word audio» (il 48% della popolazione nel 2023, contro il 46% del 2022 e il 39% del 2014, anno di inizio della rilevazione). Oggi sono 135 i milioni di americani con più di 13 anni che ascoltano «audio parlato» quotidianamente.
Ma cosa si intende con spoken word audio? Con alcuni formati audio oramai stabilmente sotto le luci della ribalta, è bene precisare che l’indagine di NPR ed Edison Research rende conto delle risposte di un campione rappresentativo di 4.193 utenti ultratredicenni, accomunati dalla caratteristica di aver ascoltato nell’ultimo mese almeno un contenuto parlato tra audiolibri, podcast, informazione, sport e «talk radio».
Se nella popolazione in generale il tempo dedicato all’ascolto di musica rimane decisamente più alto di quello destinato all’audio parlato (69% vs 31%), restringendo il campo solo a chi quotidianamente ascolta contenuti audio parlati, il tempo dedicato a questi ultimi supera quello dedicato alla musica (51% vs 49%).
Per quanto riguarda i luoghi dell’ascolto, nonostante i contenuti audio vengano spesso elogiati per la loro capacità di «seguire» l’ascoltatore durante i suoi spostamenti quotidiani, il 2023 ha visto confermata quella tendenza emersa con la pandemia per cui l’ascolto è un consumo domestico. È, infatti, il 60% degli ascolti di tutti gli americani che fruiscono di «spoken word audio» a essere stato realizzato in casa, dove a fronteggiarsi sono la radio e i podcast, rispettivamente con il 41% e il 40% delle indicazioni. Attualmente, in media, ciascun americano di età superiore ai 13 anni ascolta in casa 41 minuti di contenuti audio parlati, contro i 16 minuti ascoltati in auto.
Parallelamente, venendo ai supporti di fruizione per l’audio parlato, la radio (intesa come dispositivo) si colloca al primo posto solo considerando il consumo in automobile. In tutti gli altri casi sono i dispositivi mobili (smartphone e tablet) a primeggiare: in casa è il 41% degli ascolti a passare attraverso di loro, al lavoro il 47%. Gli smart speaker, che qualche anno fa sembravano poter diventare centrali nella fruizione domestica dei contenuti audio editoriali, non superano mai la soglia del 6%.
Nel complesso, trasversalmente al luogo, il 2023 è il primo anno in cui i device elettronici superano la radio come strumenti di fruizione dell’audio parlato: 39% vs 35%. Seguono i computer (8%), gli smart speaker (4%), le smart tv (7%) e la quota «altro» (7%).
Focalizzandosi poi sul podcast – formato per il quale passa la crescita dell’audio parlato degli ultimi anni – è il 64% della popolazione statunitense ad averne ascoltato almeno uno, almeno in parte, nel corso del 2023. Attualmente l’ascolto di podcast rappresenta più di un terzo dell’ascolto di audio parlato realizzato nel complesso nell’anno: era all’incirca un ottavo nove anni fa.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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