Un’Italia «glamour», che «guarda al futuro, a cosa succede nell’editoria oggi» e che, attraverso i libri, racconta la sua identità culturale. È quello che si aspettano dal nostro Paese francesi e tedeschi nei prossimi due anni.
L’editoria italiana ha l’occasione di farsi conoscere ancora meglio in Europa grazie alla sua partecipazione, come Paese ospite d’onore, nel 2023 al Festival del libro di Parigi e l’anno dopo, nel 2024, al Salone internazionale del libro di Francoforte. A Più libri più liberi erano oggi presenti per discuterne insieme a Ricardo Franco Levi, presidente di AIE e commissario straordinario del governo per la partecipazione dell’Italia a Francoforte 2024, Juergen Boos, presidente e Ceo della Fiera del Libro di Francoforte, e Jean-Baptiste Passè, direttore del Festival du livre de Paris.
«Non vogliamo guardare indietro, vogliamo guardare all’Italia come è adesso, a cosa sta succedendo nella letteratura, nella cultura – ha spiegato Boos –. Essere ospiti d’onore alla Buchmesse ha molteplici significati e dimensioni: c’è un significato commerciale come crescita di scambio dei diritti tra i due Paesi, ha un significato culturale e politico perché vogliamo discutere di cosa è oggi l’Europa, ha una dimensione di intrattenimento. Ci aspettiamo che l’Italia copra tutti questi aspetti. Negli anni Novanta l’editoria europea era dominata da Gallimard, Calasso, Krueger, editori e uomini che si scambiavano idee continuamente. Adesso ci sono nuove generazioni, ma non ci sono questi network che c’erano in passato. Vogliamo ricrearli».
Da Parigi, invece, Passé ha spiegato: «Non vediamo l’ora di dare il nostro benvenuto agli autori italiani. Certo, Elena Ferrante ha cambiato tutto, ma sono molti gli autori guardati con curiosità e ammirazione nel nostro Paese. Penso ad Alessandro Baricco, al successo che ha avuto il Colibrì di Sandro Veronesi, e poi Paolo Cognetti. Ma si pensi banalmente al fatto che il libro più discusso oggi in Francia l’ha scritto un autore italiano, Giuliano Da Empoli, in francese. L’Italia, qui in Francia, è soprattutto glamour, fascino e vogliamo portare tutto questo al nostro Festival».
Il 7 e l’8 dicembre alla Nuvola hanno partecipato a Più libri più liberi anche 35 operatori stranieri che, nel Rights Centre, hanno avuto l’occasione di conoscere attraverso incontri one-to-one gli editori italiani. Collegato al Rights Centre, si è svolto nei giorni precedenti il Fellowship Program, grazia a cui una decina di operatori stranieri hanno potuto visitare le sedi di alcune case editrici tra Roma e Milano. Il Rights Centre, allestito nel cuore della Nuvola, al Livello N5 è realizzato con il sostegno della Regione Lazio per il tramite di LazioInnova, con i fondi PR FESR LAZIO 2021-2027 e attuato in collaborazione con Aldus Up, Bologna Children’s Book Fair e BolognaBookPlus. L’incoming degli operatori stranieri è sostenuto da ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane.
«La partecipazione dell’Italia come ospite d’onore al Festival del libro di Parigi nel 2023 e alla Fiera del libro di Francoforte nel 2024 non è solo un segnale di grande amicizia tra i nostri Paesi, ma sarà soprattutto una straordinaria occasione per tutta la cultura e la creatività italiana – dal teatro, al cinema, alla musica – con i libri al centro» ha spiegato Ricardo Franco Levi. «Saranno due grandi vetrine per il nostro Paese e vorremmo che questa rappresentazione del nostro Paese fosse nel segno dell’innovazione, di un’Italia che guarda al futuro, consapevole del patrimonio culturale che si porta dietro ma anche capace di guardare in avanti».
Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.
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