Entro il 2024 l’Italia dell’editoria vuole vendere all’estero tanti diritti di traduzione di opere italiane quanti diritti di traduzione importa dagli altri Paesi ogni anno. L’obiettivo pareggio è stato lanciato da Ricardo Franco Levi durante l’incontro a Più libri più liberi Italia Paese ospite d’onore a Francoforte 2024.

Levi, oltre che presidente dell’Associazione Italiana Editori, è anche Commissario straordinario del governo per la partecipazione dell'Italia come Paese ospite d'onore alla Fiera del libro di Francoforte 2024. Insieme a Levi, hanno partecipato all’incontro Dario Armini (Ambasciata d’Italia in Germania), Roberto Luongo (direttore dell’agenzia ICE), Paola Passarelli (direttore generale biblioteche del Ministero della Cultura) e il segretario generale della Farnesina Ettore Francesco Sequi.

«Il parterre che è schierato qui dà esattamente il senso di cosa è questa operazione che vede coinvolto tutto il Paese nelle sue amministrazioni» ha spiegato Levi. «Uno degli obiettivi è quello, attraverso il sostegno dei due canali che favoriscono le traduzioni, ministero degli Esteri e della Cultura, di arrivare a chiudere la forbice che esiste tra quanto vende e quanto importa l’Italia in termine di diritti di traduzione all’estero. C’è una forbice di ancora 500 titoli, l’obiettivo è arrivare al pareggio. Più in generale, pensiamo a tutti gli effetti a una Expo della cultura e della creatività italiana. Attorno e accanto al libro che è il cuore dell’operazione vogliamo portare il teatro, la musica, il teatro, il design e perfino la cucina all’attenzione internazionale. La cultura e la creatività italiana, davvero. Ci sono anche delle implicazioni di diplomazia culturale evidenti a tutti».

Sequi ha spiegato che il Ministero degli Esteri è pronto a mettere a disposizione «la rete delle Ambasciate e degli Istituti di cultura a sostegno di questo progetto. Noi abbiamo investito molto in questi anni sulla Germania, di qui ad allora dobbiamo fare uno sforzo molto più serrato e molto più forte. Nella bilancia dei pagamenti siamo in deficit e dobbiamo andare in attivo. Dal nostro punto di vista avremo la possibilità non dico di rilanciare, ma di rafforzare il rapporto con un Paese per noi fondamentale come è la Germania da molti punti di vista. Il nostro investimento politico, finanziario culturale c’è ed aumenterà».

Luongo ha invece ricordato il ruolo di ICE che già oggi organizza le collettive italiane a Francoforte e ha spiegato che «per noi l’importanza è far sì che l’editoria faccia da traino a tutta l’economia italiana. Dobbiamo fare lo sforzo di presentarci al meglio. AIE è pilastro di questa organizzazione, con l’obiettivo di dimostrare il meglio che sa fare un Paese a livello internazionale. Vinceremo questa sfida, sono sicuro».

Passarelli ha ricordato che «Nel piano della cultura approvato, e nel piano della lettura in particolare, ci sono 3,8 milioni per la promozione del libro. La partnership con tutte le istituzioni è fondamentale. Vogliamo vedere Francoforte 2024 come occasione per ripensare anche a come gli stranieri percepiscono noi Italia. Dobbiamo spingere nelle traduzioni verso la Germania».

Armini invece, che ha portato i saluti dell’ambasciatore Armando Varricchio, ha infine richiamato gli importanti legami che tengono assieme i due Paesi, che sono legami culturali ma anche di turismo, essendo i tedeschi per numero di presenze i primi visitatori ogni anno del nostro Paese: «Per questo dobbiamo sempre proporre qualcosa di nuovo e approfondito, è una sfida che riusciamo a portare avanti bene grazie a un investimento di risorse che si avvantaggia di 9 consolati e 5 istituti di cultura italiani in Germania, il numero più alto per il nostro Paese all’estero insieme agli Stati Uniti. È questa rete che utilizzeremo verso il 2024».

L'autore: Samuele Cafasso

Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.

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