
Aperti i cancelli dello Javits Center a New York per l’inizio del
BookExpoAmerica (BEA), la più importante manifestazione editoriale statunitense, i primi incontri sono stati dedicati ad uno dei fenomeni più «caldi» degli utlimi anni: il
self-publishing.
Secondo la vicepresidente di
Bowker, una delle più importanti aziende di servizi editoriali a livello modiale, Kelly Gallagher, sta vivendo il suo «momento d’oro». Trecento persone hanno partecipato agli incontri e seminari di
uPublishU e hanno girato tra gli stand di chi vuole mettersi a servizio di questa nuova possibilità di business, con proposte e servizi innovativi.
Gallagher ha arricchito il proprio discorso inaugurale con alcuni dati raccolti da Bowker:
il fenomeno, ha spiegato, è in evidente crescita visto che se nel 2010 i titoli autopubblicati erano 133.036, nel 2011 sono stati 211.269 (+58%).
Mentre il genere più popolare è quello della fiction (45%), in cima alle vendite c’è la non-fiction (38%), con un prezzo medio di 6,94 dollari (5,55 euro) e di 19,32 dollari (15,40euro) rispettivamente. Gli
e-book rappresentano il 41% del mercato self-published, ma sono responsabili
solo dell’11% dei ricavi perché costano nettamente meno rispetto ai libri fisici: un paperback, infatti, ha un prezzo medio di 12,68 dollari (10,50 euro), mentre un hardback viene venduto a 14,40 dollari (11,53 euro).
Ultima nota sulle
piattaforme usate per vendere e comprare libri autopubblicati: al primo posto (non è una sorpresa) c’è
CreateSpace targata Amazon, con 57.602 titoli; seguono
AuthorSolutions’, con 41.605 titoli, e
Lulu, con 30.019.
La Gallagher ha anche annunciato che sta lavorando ad una periodica lista di bestseller autopubblicati,
che già esiste su siti dedicati come indiereader.com con la sua
The List Where Indies Count, creata basandosi su dati di vendita di Amazon, «The New York Times», B&N.com e «USA Today».
Insomma, nonostante le ultime indagini indichino che
meno del 10% degli autori che si autopubblicano riescono a vivere del proprio lavoro (e le possibilità aumentano nettamente nel momento in cui ci si dota di un agente che fa da tramite per l’approdo all’editoria tradizionale), il mondo del publishing americano guarda con vivo interesse a questa recente modalità di produzione dei contenuti.
Anche in
Italia, peraltro,
Mondadori ha investito in questo senso, con la creazione di una
piattaforma per il self-publishing (della quale si occupa Edoardo Brugnatelli, editor di Strade Blu) che dovrebbe debuttare questo mese. Interessanti a questo proposito le dichiarazioni rilasciate dallo scopritore di
Gomorra ad
Affaritaliani.it qualche tempo fa: «La nostra idea di self-publishing
è che
tutti, se lo vogliono,
possono diventare editori di se stessi. Il tutto all'interno di una
community, un'apposita piattaforma on line, dove ci si legge e giudica a vicenda con criteri "social" [...] L'imprescindibile ruolo dell'editore cartaceo resterà quello di filtrare e proporre in libreria bei testi. Con il
self-publishing, invece,
si passa dal giudizio degli editor al giudizio della community. Siamo su un altro livello».