
Esistono al mondo due tipologie di persone:
quelle che hanno un buon rapporto con la matematica e quelle che no. Questa notizia è tutta dedicata a chi fa parte della seconda tipologia. Addentrarvi all’interno dei teoremi vi faceva dare i numeri? Potrebbe non essere stata tutta colpa vostra. A sostenerlo due importanti autorità:
l’Accademia della Crusca e il
Cafre, il Centro di ateneo di formazione e ricerca educativa dell'università pisana.
«I libri di matematica sono scritti male» è l’affermazione sostenuta dai linguisti e dagli scienziati dell’ateneo di Pisa. L’ambiguità e l’oscurità di alcune frasi potrebbero infatti essere responsabili dell’italico disamore per la disciplina.
Un esempio? Frase originaria:«Dati due poligoni qualsiasi possiamo affermare che sono congruenti quando hanno tutti i lati e tutti gli angoli ordinatamente congruenti». Frase semplificata: «Due poligoni sono uguali quando sono esattamente sovrapponibili».
I libri di matematica andrebbero dunque
riscritti al 90% perché, come ha spiegato Franco Favilli, docente di matematica e direttore del Cafre al «Corriere della sera»,
nel linguaggio matematico si fa uso di un sottocodice linguistico e i diversi significati possono creare
difficoltà nella comprensione dei concetti matematici e influire negativamente sull'apprendimento e sull'interesse per la disciplina.
Il sodalizio tra i matematici e i letterati pisani ha valenze veramente «storiche». Il gruppo condividerà le problematiche affrontate anche con università estere come Parigi, Vienna, Praga, Volos (Grecia) e Adger (Norvegia) e con l’ateneo di Siena. Inoltre le tematiche al centro del loro lavoro saranno oggetto di discussione al
convegno di didattica della matematica che si terrà a
Viareggio dal
10 all’11 settembre.