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Innovazione

Pubblicato il ranking mondiale, quattro editori italiani tra i «big» del libro

di L. Biava notizia del 26 giugno 2012

È stata resa noto l’indagine commissionata da «Livres Hebdo» alla società austriaca di ricerche di mercato Wischenbart che traccia una mappa dei principali gruppi editoriali sulla scena libraria internazionale (pubblicata «in chiaro» anche su Publishers Weekly).
In un anno che non ha visto grandi sconvolgimenti nel ranking dei maggiori editori a livello globale, Pearson resta il più importatore editore a livello globale. Importanti investimenti nella strategia digitale, nel mercato educational (che quest’anno, col lancio di nuove piattaforme come LearningStudio, OpenClass, PowerSchool, MyLabs, Data Solutions, ha avuto un incremento del 23%) e nelle divisioni trade accompagnate a una forte espansione nei mercati emergenti (Cina, Brasile e India su tutti) sono gli elementi che hanno guidato le scelte commerciali del gruppo anche nel 2011.
Con oltre 41.000 dipendenti in 70 paesi e una forte componente consumer grazie a Penguin, il marchio più importante del gruppo, l’editore ha all’attivo oltre 254 best seller entrati nelle classifiche del «New York Times» e un business digitale che da solo vale circa un terzo del fatturato totale pari a quasi 8 milioni e mezzo di dollari (cinque anni fa il valore del digitale si aggirava attorno al 20% del fatturato totale).
Nessun italiano nelle prime cinque posizioni dominate, come l’anno scorso, da editori professionali come Reed Elsevier (5,6 milioni di dollari di fatturato nel 2011), Thomson Reuters (5,4 milioni di dollari di cui il 90% proveniente da servizi e prodotti digitali), Wolters Kluwer (4,3 milioni di dollari) e Hachette Livre (2,6 milioni di dollari).
Il primo editore italiano in classifica, secondo la metodologia utilizzata della società di ricerche austriaca, è De Agostini, al tredicesimo posto con 1,7 milioni dollari di fatturato (anche se risulta difficile comprendere a quali righe di bilancio si riferisca il fatturato nel perimetro editoriale) seguito alla posizione 30 da RCS Libri (667 milioni di dollari), alla 33esima da Mondadori (506 milioni di dollari) e alla 34esima dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol.
Nessuna sorpresa neanche quest’anno per quanto riguarda la geografia dei «big» del libro: i maggiori editori del mondo continuano a risiedere in Europa (sono 30 sui 54 entrati in classifica). Seguono gli Stati uniti e il Canada con 12 editori in classifica, di cui solo quattro nei primi dieci posti, l’Asia con 9 compagnie di cui otto con sede in Giappone e una, la Woongjin ThinkBig, in Corea, e l’America Latina con tre gruppi editoriali Abril Educação, Saraiva e Editora FTD che si collocano nella parte più bassa della classifica.

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