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Innovazione

Generazione 2.0? Sì, ma i bambini inglesi preferiscono ancora la carta

di Antonio Lolli notizia del 17 febbraio 2016

Attenzione, controllare i dati.

Un recente studio della fondazione BookTrust sulle abitudini di lettura dei bambini inglesi da zero a otto anni, effettuato intervistando un campione di 1.511 genitori, ha mostrato una realtà un po’ diversa da quella che ci si aspetterebbe.
Il 76% dei genitori, infatti, ha dichiarato che i bambini preferiscono ancora i libri cartacei rispetto a quelli digitali per le letture di svago e il 69% per l’apprendimento. Soltanto il 15% inoltre ha affermato di aver notato una netta predilezione dei propri figli per gli e-book rispetto ai libri «tradizionali», sia che si tratti di una lettura per gioco che per studio.
La fotografia che si ottiene è quindi quella di una generazione che, nonostante gli stimoli e i continui progressi delle tecnologie, resta ancora affascinata dal libro di carta.
Quali sono le motivazioni di questa preferenza?
Tra le ipotesi proposte dagli autori di questo studio emerge in particolare il piacere che i bambini provano nello sfogliare e toccare le pagine, soprattutto nel caso dei libri tattili o per quelli realizzati con materiali particolari. Anche la possibilità di poter scegliere il proprio libro in libreria o biblioteca a seconda dei colori della copertina o del formato porterebbe i più piccoli a preferirlo a un e-book.
I libri «tradizionali» piacciono anche nelle famiglie in cui le tecnologie sono maggiormente diffuse. Nonostante infatti il 92% dei genitori si dichiari a proprio agio con la tecnologia, soltanto il 19% dei bambini utilizza abitualmente un e-reader mentre il 57% non l’ha mai utilizzato nonostante lo abbia a disposizione in casa. 
Solo l’8% dei genitori inglesi infine afferma di essere assolutamente tranquillo nel lasciare in mano ai propri figli un e-book interattivo, vuoi per la paura di esporli a contenuti inappropriati o per il timore che il suo utilizzo porti a una riduzione della capacità dei bambini di mantenere concentrata l’attenzione.
Come riportato nelle conclusioni dell’indagine, però, man mano che cresceranno i bambini dovranno, per un motivo o per l’altro, interfacciarsi sempre più spesso con il mondo digitale. Se il primo approccio con questo tipo di contenuti è avvenuto in tenera età e grazie all’aiuto dei genitori, è molto più probabile che, una volta adulti, possano diventare lettori più consapevoli.

L'autore: Antonio Lolli

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.

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