Brutto 2013 per Barnes & Noble, ormai possiamo proprio dirlo. Dopo la notizia shock (ma tra gli addetti ai lavori neanche troppo inaspettata) della lenta
liquidazione delle librerie fisiche della catena americana, arrivano cattive nuove anche sul fronte della divisione digitale, l’unica che lo scorso anno aveva manifestato segnali incoraggianti di crescita tanto da diventare una società a sé col nome di
Nook Media e l’investimento di Microsoft e Pearson.
Secondo quanto
annunciato dal «New York Times», infatti, la relazione fiscale del terzo quadrimestre prevista per questo giovedì non riserverà buone nuove agli azionisti e le perdite per l’area digitale (che comprende il reader Nook e la vendita degli e-book) saranno probabilmente maggiori di quelle stimate mentre le entrate saranno inferiori.
Un risultato che mette
in seria discussione il futuro del Nook che, nonostante con gli ultimi modelli HD abbia ricevuto recensioni molto positive per l’alta qualità del prodotto dai critici di settore, pare aver clamorosamente
fallito la prova del Natale con vendite ben al di sotto delle aspettative. Ora gli analisti sostengono che la soluzione più probabile per arginare le perdite potrebbe essere quella di lasciar perdere lo sviluppo diretto di nuovi device per
dedicarsi piuttosto a presidiare al meglio il mercato della distribuzione dei contenuti.
Il problema però più che del prodotto in se sembra debba essere ricercato nella
debolezza del brand.
Il mercato infatti sembra essersi chiuso troppo in fretta su pochi e-reader dominanti, dal Kobo al Kindle ai prodotti Apple (a questo proposito vedi l'
instant e-book Amazon, Apple, B&N, Kobo. Il periodo dei regni combattenti), senza lasciare il tempo al retailer americano di farsi davvero conoscere dai lettori nazionali e globali (pensiamo alla
lentezza con cui B&N si è aperto ai nuovi mercati europei, sudamericani e asiatici) e perdendo dunque grandi possibilità.
Intanto sul fronte del commercio librario potrebbe esserci un colpo di scena. Poche ore fa
Leonard Riggio, fondatore di B&N e attuale azionista di maggioranza,
ha infatti dichiarato di voler tornare in possesso dei 689 negozi dell’insegna e dello store on line. Una decisione nella quale gli analisti non hanno potuto non notare ancora una volta un segno della condanna che aleggia sul futuro del Nook.