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Innovazione

Audiolibri, podcast, e-book: quali i formati digitali preferiti in Germania?

di Camilla Pelizzoli notizia del 27 ottobre 2020

Ormai sappiamo che «leggere» non si riferisce per forza a un’attività che si compie con un volume o un giornale cartaceo in mano. Durante la Fiera di Francoforte, il 15 ottobre, è stata presentata una ricerca di Bookwire dedicata proprio a questo argomento e dedicata in particolare alle abitudini dei lettori in Germania, svolta in collaborazione con GIM, l’azienda specializzata in ricerche che ha prodotto il sondaggio. L’indagine, svolto tra agosto e settembre 2020, ha coinvolto 2.335 persone in Germania, tra i 16 e i 65 anni d’età, più un migliaio di consumatori di e-book, audiolibri e/o podcast interrogati sul loro uso tipico di questi mezzi.

Il report, che si può richiedere sul sito di Bookwire, evidenzia punti di particolare interesse emersi dai dati raccolti. Innanzitutto, conferma l’affermazione che abbiamo usato in apertura: e-book e audiolibri, per i lettori tedeschi, sono ormai mainstream. Quasi la metà (43%) degli intervistati ha letto almeno un libro in formato digitale o audio negli ultimi sei mesi, e – dato di maggior interesse – il 21% usufruisce indifferentemente di e-book, audiolibri e podcast in parallelo. Dato di maggior interesse perché testimonia una quotidianità nell’uso, al contrario della prima percentuale che comprende anche lettori che magari hanno letto un solo e-book o ascoltato una sola puntata di un podcast, senza che questi formati entrassero a fare stabilmente parte delle loro diete mediatiche.

Interessante anche notare come i tre formati non siano mutualmente esclusivi, anzi. C’è percentuale per cui la scelta di un formato va a discapito degli altri, ma per il resto il lettore/ascoltatore che sceglie un formato alternativo non disdegna neppure gli altri. Anzi: lettura porta lettura e il consumo di contenuti in un formato tende a rafforzare i consumi di contenuti in tutti gli altri. Il 56% dei lettori di e-book, il 57% degli ascoltatori di audiolibri e il 51% degli ascoltatori di podcast ha affermato di aver cercato attivamente e aver letto/ascoltato altri contenuti indotti dalla fruizione di altri contenuti su diverse piattaforme.

Come ci si poteva aspettare, ci sono delle differenze di fruizione tra le varie generazioni. Per gli scopi del sondaggio si è deciso di dividere Baby Boomer (sopra i 56 anni) e Generazioni X (40-55 anni), Y (25-39 anni) e Z (16-24 anni). I primi si mostrano più sensibili verso gli e-book, mentre gli altri tre segmenti sono più disposti ad ascoltare i loro contenuti in cuffia. In particolare i più giovani, la generazione Z, particolarmente bendisposta verso i servizi ni streaming, e tendono ad affidarsi soltanto a questi per il procacciamento di contenuti: il 43% dei ragazzi intervistati ha detto di preferire l’ascolto di audiolibri tramite Spotify, e il 70% di preferirla per l’ascolto di podcast (che tra l’altro, una volta scoperti, hanno un pubblico molto fedele stando alle rilevazioni della ricerca). Non essere presenti su queste piattaforme, per gli editori tedeschi, potrebbe dunque inibire una potenziale fetta di mercato molto interessante.

Un altro punto di grande interesse per gli editori, poi, è il tema della cosiddetta discoverability, che si potrebbe sciogliere in: come mi assicuro che i miei contenuti siano scoperti nel magma multiforme dell’offerta disponibile online? Benché i suggerimenti automatici abbiano sicuramente una parte in tutto questo, per il momento i lettori si muovono in autonomia alla ricerca di nuovi titoli andando a cercare direttamente, spesso tramite motore di ricerca, quello che ha colto il loro interesse, per poi affidarsi alla ricerca interna sulle app che più utilizzano.

Per quanto riguarda i supporti di ascolto, si conferma una tendenza già colta in altri mercati, ovvero una preponderanza di utilizzi per gli smartphone (72%), ma una crescita nel ruolo degli smart speaker da non sottovalutare (siamo già a un 20% degli intervistati che dice di utilizzarli per questo scopo). Per gli e-book il mezzo preferito rimane l’e-reader (62%), seguito a parimerito da smartphone e tablet.

In tutto questo ci si potrebbe chiedere: e il cartaceo? Sta comunque benissimo. Il 40% degli intervistati, tra coloro che si sono definiti lettori di e-book, ha affermato che il motivo principale per cui a volte non legge in digitale è che preferisce affidarsi a mezzi analogici: cioè libri stampati.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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