Il confine è la linea che ci dà forma. La traccia da superare per superarci, lo spazio mutevole che lasciamo tra noi e gli altri. Neutro di per sé, il confine è oppressione e libertà, rispetto e segregazione, violenza e piena autodeterminazione. È cogliendo tutti questi significati – e ancora scoprendone di nuovi – che l’idea di confine attraversa l’intera programmazione della giornata di domani, venerdì 7 dicembre.
Alle 12.00, in sala Vega, il confine si fa dialettica tra
Noi e gli atri. La sfida di raccontare i migranti oggi (con Carlo Albarello, Assunta Di Febo, Maria Teresa Laudando, Romano Montroni e Nello Scavo). Poco più tardi (
alle 13.30 in sala Marte), il confine diventa ostacolo fisico con
Tempo di muri (la presentazione del libro di Veronica Arpaia). E di politica, immigrazione e gestione dei confini parlerà anche
Emma Bonino con Jean Claude Mbede ed Elly Schlein (
alle ore 16.30 in sala La Nuvola).
Se la ricerca del confine è perenne negoziato, alla parola il compito inesauribile di fare la spola, di stabilire un contatto. Dalle
Parole oltre le frontiere: storiEmigranti che sentiremo raccontare
alle 16.00 in sala Sirio alle
Lingue che oltrepassano i confini, con
Sabina Minardi che intervista Jhumpa Lahiri alle 16.30 in sala Luna.
Parole che nessuno mai dovrebbe arginare, pena la perdita di senso e di realtà. Non è un caso che la programmazione culturale di domani termini con
l’Omaggio a Shahidul Alam, fotografo e figura umanitaria di rilievo internazionale, arrestato ad agosto per aver appoggiato, in un’intervista, le manifestazioni di protesta dei giovani del Bangladesh:
alle 19.00 nell’Arena The photo/book cloud si terrà un incontro con i fotografi Hossein Iqbal, Barbara Antonelli, Andrea Milluzzi e Paolo Patrizi, portavoce in Italia della campagna
#FreeShahidul.
Che le voci del giornalismo siano plurali, forti e libere è – o dovrebbe essere – esigenza comune, anche oltre i più o meno conclamati ed espliciti casi di violenza e oppressione.
Più libri, da sempre casa dell’informazione, anche quest’anno ospita – tra gli altri – i giornalisti del Gruppo Editoriale GEDI (presenti in fiera con lo spazio Arena Robinson) che incontreranno tutti i giorni nella sala La Nuvola un ospite d’eccezione:
domani sarà la volta di Ezio Mauro (
Italia bianca, Italia nera,
alle ore 15.15).
Confini labili sono, talvolta, quelli che separano la realtà dalla sua rappresentazione scenica. E domani,
alle 17.00 in Arena Robinson, il
Processo al presente prederà le mosse dalla quanto mai verosimile
House of cards – la più acclamata serie di fantapolitica degli ultimi anni – e da
Michael Dobbs, autore della trilogia da cui è tratta, presente in fiera. Un’ulteriore occasione di dialogo con lo scrittore si aprirà anche due ore più tardi (
alle 19.00 in sala La Nuvola), quando Dobbs
presenterà con Stefano Feltri la sua nuova opera Il giorno dei Lord, primo capitolo di un nuovo imperdibile ciclo.
Se i confini definiscono la forma della realtà che viviamo,
una realtà sempre più agita dai media e dalle dinamiche di rappresentazione e autorappresentazione che mettono in campo, una riflessione sulla capacità di azione e trasformazione che questi elementi hanno sulle nostre vite è necessaria. L’occasione, domani in fiera, verrà offerta dalla presentazione del libro
Il tramonto della realtà di Vanni Codeluppi, in dialogo –
alle 18.30 in sala Polaris – con Domenico De Masi e Antonio Gnoli. E ancora un’occasione di comprensione di quanto ci circonda è quella aperta da
Bruno Manfrellotto e Giovanni Orsina alle 19.00 in sala Vega, con
Arrivano i barbari.
I confini, il desiderio di superarli, sono spesso il primo motore dell’esplorazione: anche tra generi letterari. Un esempio, domani in fiera, è l’incontro
alle 17.00 in sala Sirio, che prende le mosse dal fumetto
I miei anni ’80 a Taiwan di Sean Chuang, una nostalgica storia di formazione che racconta con sguardo cinematografico gli anni Ottanta, i suoi culti e manie, senza tralasciare i forti condizionamenti della politica e delle restrizioni alla libertà imposte dalla legge marziale.
Mentre a infrangere i confini delle epoche, le barriere del tempo, è
L’onda senza ritorno della
traduzione e ritraduzione dei classici latini e greci (
alle 17.30 in sala Aldus). E sono confini anche quelli via via allargati dalla tecnologia e dai suoi standard, capaci di ospitare tra le braccia della lettura un numero sempre più grande (ed eterogeneo) di lettori:
alle 16.30 vediamoci in sala Aldus con Fondazione Lia, per capire
perché è così importante produrre e-book accessibili, libri per tutti.
Per conoscere tutti gli altri incontri di domani e dei prossimi vi invitiamo a visitare il sito della fiera. Più libri più liberi ha anche una ricca programmazione per i lettori più giovani: è possibile consultarla a questo link.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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