«Il Salone del libro e dell’editoria
NapoliCittàLibro torna
dal 4 al 7 aprile in una nuova e prestigiosa sede, con un tema ricco di suggestioni, il sostegno di numerosi, qualificati partner anche istituzionali e un'idea ambiziosa per il futuro» racconta
Diego Guida, presidente del Gruppo dei piccoli editori dell'Associazione Italiana Editori e fondatore con Rosario Bianco, Alessandro Polidoro e Antonio Parlati del
Comitato Liber@arte che dalla prima edizione, lo scorso anno, ha promosso l’iniziativa partenopea.
«Dopo l'esperienza del 2018, “l’edizione zero”, quest’anno abbiamo voluto una diversa sede: il Castel Sant'Elmo, il castello medievale che domina la collina del Vomero e su cui nel 1799, esattamente duecentoventi anni fa, fu issata la bandiera della Repubblica Napoletana. Un luogo ricco di storia e simbolo di libertà, da cui NapoliCittàLibro vuole rilanciare la sfida già proposta l'anno scorso a San Domenico Maggiore: dimostrare che è possibile organizzare un grande evento di promozione della lettura, qui a Napoli, in una cornice di bellezza e cultura».
Non meno evocativo è il tema scelto quest’anno come filo conduttore della manifestazione: Approdi. La cultura è un porto sicuro. Attraverso l'esperienza del Salone, aggiunge Guida, Castel Sant'Elmo e Napoli vogliono continuare a essere quello che sono stati per secoli: un luogo d'apertura, al centro delle rotte del Mediterraneo, dove trovano casa tutti gli autori, le idee, le storie. NapoliCittàLibro non si rivolge, quindi, a una nicchia di esperti del settore, ma all'intero panorama editoriale: ci sarà spazio per la narrativa, la saggistica, la poesia, gli incontri con gli scrittori e i momenti di confronto sui grandi temi sociali, culturali e politici del nostro tempo, in un incessante dialogo tra approfondimenti dal respiro nazionale e proposte legate al territorio e che possano partire dal territorio.
«Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l'aiuto e il sostegno degli enti pubblici e dei partner che hanno creduto nel progetto – continua Guida – a cominciare dal MiBAC, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ha concesso la partnership, con la collaborazione diretta del Centro per il Libro e la Lettura che sostiene tutto il programma e ha scelto questa sede per organizzare la seconda convention nazionale di Città che legge, il progetto di promozione della lettura rivolto a tutti i comuni italiani. C'è il Polo Museale della Campania, che mette a disposizione la sede; ci sono le iniziative con la Rai, la Regione Campania, l’Unione Industriali, l'Ordine Nazionale dei Giornalisti, la Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri, Banca Intesa. Soprattutto, ci sono l'Associazione Italiana Editori e gli editori italiani che hanno accolto il nostro invito e parteciperanno al Salone. Oltre che i tanti partner privati locali».
Un’edizione, questa seconda, che non mancherà neppure di un forte momento di confronto internazionale, in linea con quel bisogno di scambio e di apertura che percorre i nostri libri e l’intero nostro settore. Nella giornata del 5 aprile, alle 11.30 nella Sala Levante, NapoliCittàLibro ospiterà un workshop
in collaborazione con FEP (Federation of European Publishers), a cura dell’AIE, organizzato all’interno di
ALDUS - European Book Fairs Network, dal titolo
Le iniziative europee a sostegno del libro tra presente e futuro. Incentivi e opportunità per gli editori.
Un momento di confronto con il responsabile delle Relazioni Internazionali di AIE Piero Attanasio e con il vicedirettore di FEP Enrico Turrin in cui saranno presentate le opportunità di sostegno offerte oggi agli editori, con particolare attenzione ai premi e agli incentivi per le traduzioni del programma Europa Creativa, il più importante programma europeo per la cultura, che dal 2021 avrà anche una linea di finanziamento dedicata al mondo del libro. E con un focus specifico su esigenze e aree che le istituzioni europee devono considerare per progettare nuove ed efficaci modalità di sostegno.
«Per il pubblico – conclude Guida – quest'anno arriveranno a Napoli tutti i big nazionali dell’editoria e la loro presenza, unita a quella dei tanti piccoli e medi editori nazionali, campani e napoletani, costituirà un fattore decisivo nel definire quello che è l'ambizioso obiettivo di NapoliCittàLibro: restituire alla città un ruolo strategico sulla mappa dell'editoria e della cultura in Italia. Per il settore del libro e della lettura, questo momento storico non è dei più allegri: dal 2010 tutti gli indici nazionali sono accompagnati dal segno “meno”, con una contrazione che purtroppo raggiunge i picchi più elevati proprio nel Sud Italia.
NapoliCittàLibro, in continuità con l’entusiasmante, longeva, irrinunciabile esperienza della “nostra”
Più libri più liberi e di tutti gli altri appunti del nostro settore, vuole essere il Salone del libro e dell'editoria da cui possa partire la riscossa del Mezzogiorno. Da un lato,
il restauro di una tradizione culturale solida e longeva; dall’altro, l’incentivo all’esplorazione e alla crescita di una fetta di mercato (quella delle regioni del Sud) che al momento copre solo un 15% delle vendite nazionali. E che, quindi,
presenta ancora ampi margini di crescita, in termini di pubblico, per gli editori e per i loro libri».
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
Guarda tutti gli articoli scritti da Alessandra Rotondo