Nel 2016, in Italia, il mercato dei libri per bambini e ragazzi ha guadagnato
un +5,3% a valore rispetto all’anno precedente (+1,6% a volume: il 23,4% sul totale). Il settore, nei canali trade esclusa la Gdo, ha rappresentato
il 18% del valore e il 23,4% delle copie (con il 9,8% dei titoli pubblicati). Il mercato italiano dei libri per bambini e ragazzi segue un trend positivo che coinvolge la maggior parte dei Paesi del mondo, come abbiamo avuto modo di approfondire sul
«Giornale della Libreria» di questo mese: dal +2,9% della Svezia al +4,5% della Francia, fino al +28,8% della Cina. Parimenti, le fasce più giovani della popolazione continuano a leggere di più rispetto alla media del nostro Paese, sebbene in maniera meno eclatante rispetto a quanto avveniva in passato: a dichiarare di aver letto almeno un libro non scolastico nei 12 mesi precedenti è, infatti,
il 47,3% della popolazione compresa tra i 6 e i 17 anni (era il 59,5% nel 2010).
La crescita di questo comparto,
in Italia come in altri Paesi, traina interi settori editoriali, attenuando le performance meno positive e potenziando il valore dei segni più. Ma come si spiega il perdurante successo dell’editoria che si rivolge ai più piccoli? Sicuramente con una disponibilità di spesa dei genitori che, al netto della crisi, viene preservata in questo tipo di acquisti più che altrove, individuando nel libro un oggetto ad alto contenuto valoriale e un investimento sul futuro del bambino. Una disponibilità intercettata dalla
capacità del settore di innovare e fare ricerca, rimanendo validamente in lizza nel mercato dell’entertainment pur in presenza di competitor nuovi, forti e sempre più agguerriti. Una ricerca che va dai materiali alle storie, dai supporti ai formati, e investe le geografie stesse del mondo narrativo che i libri vanno a creare, espandere e popolare. L’altro fattore di successo può senza dubbio essere individuato nella
capacità di questa editoria di parlarsi a livello internazionale, scambiandosi autori, illustratori, visioni e
best practice e arricchendosi reciprocamente. Il ruolo della
Bologna Children’s Book Fair, in quest’ambito, è innegabile.
Ormai alla sua 54esima edizione, la Fiera del libro per ragazzi torna a Bologna
dal 3 al 6 aprile, confermandosi un importante appuntamento internazionale per il settore, in particolar modo rispetto all’import/export dei diritti di edizione e traduzione. Anche quest’anno, poi, in contemporanea con la fiera, al padiglione 31 è ospitata la
Bologna Licensing Trade Fair, l’appuntamento dedicato alla compravendita di licenze e allo sviluppo di prodotti basati su marchi e property affermati.
Oltre 20 mila metri quadrati, 1.300 espositori provenienti da oltre 75 Paesi: l’edizione 2017 di Bologna Children’s Book Fair ha come ospiti d’onore la Catalogna e le Isole Baleari, territori caratterizzati da una lunga tradizione di case editrici specializzate in libri per bambini e ragazzi che risale al Quattrocento con le Publicacions de l’Abadia de Montserrat, la casa editrice più antica d’Europa.
Per il secondo anno di fila, in fiera trova uno spazio autonomo l’innovazione. Nel padiglione Bologna Digital Media dove, alla presenza sia di grandi brand internazionali che di start up, si dialogherà di realtà aumentata, creative technology e nuovi servizi di stampa e digitali, tracciando una panoramica sul futuro dell’articolazione multimediale dei contenuti per i più giovani.
Così come un’area indipendente viene riservata quest’anno anche agli illustratori. Si chiama The Illustrators’ Survival Corner, affidato a Mimaster e sostenuto da Fabriano, e servirà alla categoria professionale per condividere esperienze e dubbi, chiedere aiuti e chiarimenti. Sarà in più un luogo di confronto con il resto della filiera editoriale, e anche di crescita professionale, grazie a un programma giornaliero di workshop e appuntamenti per l’aggiornamento.
Come ormai da oltre 50 anni, la fiera esplora la forte componente visuale insita nell’editoria per bambini e ragazzi attraverso la
Mostra degli Illustratori. 75 talenti, editi e inediti, provenienti da 26 Paesi, esporranno le loro 375 tavole, offrendo uno spaccato sugli stili, le abitudini e le sensibilità di una parte considerevole di mondo. Un’altra mostra è dedicata, invece, alla creatività «tridimensionale» della carta,
Pop-up show: la magia dentro i libri. Attraverso l’esposizione di un’ampia collezione di albi 3d, l’evento racconta, pagina per pagina, i cambiamenti, le evoluzione delle costruzioni tridimensionali nel tempo e le innovazioni che hanno reso sempre più complesse e affascinanti queste sculture di carta.
Bologna Children’s Book Fair rappresenta anche un'occasione per premiare l'eccellenza dell'editoria per bambini e ragazzi. Uno dei riconoscimenti più ambiti, istituito dalla fiera in collaborazione con Aie, è il
BOP – Bologna Prize for the Best Children’s Publishers of the Year, che premia per ciascuna delle sei aree del mondo gli editori che si sono distinti maggiormente per il carattere creativo e la qualità delle scelte editoriali. Quest'anno, per l’Europa, vince un italiano:
Orecchio Acerbo Editore. La casa editrice di libri per bambini e albi illustrati fondata nel 2001 da Fausta Orecchio e Simone Tonucci è stata premiata
per l’eleganza e l’originalità delle scelte grafiche.
Per informazioni sulle iniziative Aie in occasione della Fiera del libro per bambini di Bologna visita questo link.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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