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Editori

Think outside the page, ovvero come si progettano le app per i bambini di domani

di E. Molinari notizia del 6 marzo 2013

Le nuove tecnologie hanno aperto strade innovative per chi si occupa di storytelling nel mondo ragazzi. Se è vero che a volte possono distrarre dalla storia e che capita di vedere alcuni prodotti che non siano altro che la digitalizzazione di versioni a stampa con l’aggiunta di alcune animazioni sparse, in altri casi, invece, la magia della tecnologia si fonde perfettamente in illustrazioni di qualità, narrazione, creando un’esperienza ricca e piacevole da esplorare. Cosa considerare allora quando si progettano nuove app per bambini?
Un suggerimento può venire dalla seconda edizione dei BolognaRagazzi Digital Award, il premio promosso dalla Fiera del ibro per ragazzi in collaborazione con Children’s Technology Review al fine di incoraggiare le produzioni eccellenti ed innovative nell'ambito delle app derivate da libri. In gara per due categorie - Fiction e Non Fiction - 242 app per ben 32 paesi diversi e un solo mantra think outside the page per creare prodotti ed esperienze che vadano al di là della storia. 
Pur nel totale predominio di iOS, iniziano a crescere anche le applicazioni pensate per il mondo Android. Particolare attenzione, a parità di sistema operativo, all’ottimizzazione per ogni device.
Altra tendenza la serializzazione, la creazione di più titoli sulla stessa idea. Stesso «formato», storia diversa. Esemplare il caso dell’inglese Nosy Crow con Parker Penguin e Rounds: Franklin Frog. Un'app che dimostra come un'opera digitale possa magistralmente aiutare i bambini a pensare con uno schema diverso rispetto a quello, anche troppo prevedibile, di inizio, metà, fine. Per cominciare si incontra una rana di nome Franklin, che nuota, salta e va in letargo. Il suo percorso, attraverso un ciclo vitale completo, è un percorso che finisce con un inizio.
Interattività quindi, ma non forzata: non solo page flippers e animazioni (non sempre adeguate), ma una capacità di interazione con la narrazione. Le pagine, se ha senso chiamarle così, possono anche essere semplici. Non stupisce allora che il premio nella categoria Fiction (qui il fimato delle app premiate) sia andato a Four little corners, Dada Company, Spagna. «Si tratta di un’app dai disegni così semplici che avrei potuta farli anche io! Ci è piaciuto molto il messaggio veicolato dalla storia che racconta come aiutare un piccolo quadrato che cerca disperatamente di passare attraverso un foro rotondo per stare con gli amici. L'app, che si ispira al libro, dimostra che la trasposizione dalla stampa al digitale non ha bisogno di essere sofisticata, purché la storia sia una bella storia» il parere di uno dei giudici, Warren Buckeitner.
Altro elemento fondamentale, l’usabilità. Un esempio? Monster’s Socks di Martin Hughs, UK, una delle due Menzioni delle categoria Fiction: «Le pagine sono sostituite da due semplici frecce che permettono di muoversi con facilità avanti e indietro con tecnica di navigazione a scorrimento estremamente intelligente».
A vincere nella categoria Non Fiction (qui una carrellata delle app premiate), War Horse  della Touch Press, UK, applicazione basata sull’interpretazione storica della Prima Guerra Mondiale raccontata nell’omonimo romanzo di Michael Morpurgo. L’app mescola testo tradizionale, musica, e fotografie con letture live. Apprezzatissime le molteplici modalità con cui è possibile esplorare un argomento socialmente complesso. «È ottimo esempio di come un’app dovrebbe essere, come dovrebbe potenziare un libro. È più di una storia: mentre si legge si possono fare un numero incredibile di attività e investigare numerosi retroscena».

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