Spatriati di Mario Desiati (Einaudi), Quel maledetto Vronskij di Claudio Piersanti (Rizzoli), Randagi di Marco Amerighi (Bollati Boringhieri), Niente di vero di Veronica Raimo (Einaudi), già vincitore del Premio Strega Giovani, Nova di Fabio Bacà (Adelphi), E poi saremo salvi di Alessandra Carati (Mondadori), e Nina sull’argine di Veronica Galletta (minimum fax). Per la prima volta nella storia del Premio Strega sono 7 i libri in finale, annunciati ieri al Teatro Romano di Benevento.
Dopo la «sestina» del 2020, la «settimina» di quest’anno è stata determinata da un ex aequo: Bacà e Carati hanno infatti ricevuto lo stesso numero di voti, classificandosi entrambi al quinto posto. A completare la rosa il libro di Veronica Galletta, ripescato per via dell’articolo 7 del regolamento del Premio, che prevede l’accesso alla competizione del libro più votato tra quelli pubblicati da editori medio-piccoli nel caso in cui nella graduatoria dei primi cinque non siano per nulla rappresentati. La stessa dinamica che si era verificata due anni fa.
Dei sette libri finalisti – il vincitore verrà annunciato il prossimo 7 luglio a Villa Giulia, Roma – quattro sono pubblicati dal principale gruppo editoriale italiano: Mondadori.
Il Premio Strega è il maggiore riconoscimento letterario italiano e l’unico ad avere un impatto notevole sull’andamento delle vendite. Viene assegnato ogni anno a un autore o un’autrice che abbia pubblicato un libro di narrativa tra il primo marzo dell’anno precedente e il 28 febbraio dell’anno in corso.