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Editori

Roberto Revello (Mimesis): «La nostra filosofia impegnata per dare battaglia sui diritti civili»

di Redazione notizia del 9 dicembre 2022

«C'è una grande attenzione da parte dei giovani verso temi come diritti civili e sostenibilità ambientale, e per una casa editrice come la nostra è importante dare voce e spazio a questo interesse». A dirlo è Roberto Revello, direttore editoriale di Mimesis, casa editrice particolamente impegnata su questioni di rilevanza sociale. «Il nostro obiettivo è dare battaglia su certe tematiche, e al tempo stesso approfondirle da un punto di vista filosofico, etico, politico» aggiunge Revello. 


Il legame tra filosofia e attualità è ben radicato nella storia di Mimesis. 
Mimesis nasce nel 1987, fondata da Pierre Dalla Vigna. Si tratta di un periodo in cui vedono la luce diverse piccole case editrici che poi vanno via via affermandosi. Quello a cavallo tra gli anni 80 e 90 è un periodo di gemmazione di realtà editoriali interessanti. Fin dalle origini il nostro imprinting è quello di pubblicare libri di filosofia ma con una visione particolare, alla base c'è l'idea di dare spazio, al di là degli studi eruditi, a una filosofia impegnata nei confronti della realtà. Un'altra caratteristica fondamentale è il collegamento con il mondo della ricerca, con lo scopo che quel lavoro non circoli solo all'interno dell'università ma arrivi in libreria. Siamo sì una casa editrice in fortissimo collegamento con il mondo accademico ma, al tempo stesso, un editore di saggistica che è riuscito ad avere una importante diffusione nelle librerie, arrivando non solo agli esperti ma anche a un pubblico più ampio.


Quali sono gli autori che hanno permesso a Mimesis di arrivare a un pubblico più vasto?
Un nome importante per la casa editrice è stato quello di Mario Perniola, ma hanno avuto un ruolo di rilievo anche pensatori come Roberto Esposito e Massimo Donà. Un'altra parte cruciale del nostro catalogo è quella costituita dagli studi su classici dell'esoterismo, della tradizione ermetica, dell'alchimia, ma anche da opere importanti di filosofi arabi che abbiamo fatto conoscere a un pubblico più vasto, che ha apprezzato la qualità e la scientificità di questo tipo di pubblicazione: un caso emblematico è il Picatrix, scritto medievale di origine araba poi tradotto in latino. In questo contesto, poi, siamo stati premiati dalla scelta di concentrarci sui diritti civili. Dai primissimi anni 2000 abbiamo messo in piedi una collana LGBTQ+ dove abbiamo dato ampio spazio a opere che riflettevano su omosessualità e transessualità, libri battaglieri ma di grande approfondimento dal punto di vista filosofico, etico, politico. Luca Taddio, che dai primi anni 2000 è diventato socio di Mimesis, ha dato un importante contributo, e ha fortemente voluto questa collana.


Mimesis è storicamente molto attenta a tematiche come diritti LGBTQ+ e sostenibilità ambientale. Il fatto che queste tematiche siano entrate con impeto crescente nel dibattito si è riflesso in una maggior attenzione da parte del pubblico verso i vostri libri?
Assolutamente sì, anche da parte delle nuove generazioni di lettori. Molti si avvicinano a noi grazie a libri che parlano di questi temi. E trovano in noi un editore che oltre a fare la battaglia su temi caldi offre l'approfondimento, sul lato filosofico e culturale in generale. Il nostro lettorato sta ringiovanendo anche perché questi macrotemi sono entrati nel dibattito pubblico. Essere attenti su questi temi non passa inosservato tra le nuove generazioni. Per esempio, è appena uscito un libro di Anna Buzzoni, intitolato Questo è il ciclo, che si rivolge a un pubblico di donne, sensibilizzandole sul ciclo come una occasione di consapevolezza del proprio corpo e dei cicli naturali a cui il corpo stesso è soggetto. Peraltro è un libro che lambisce anche temi come ecologia e patriarcato, fortemente legati al nostro catalogo.


Catalogo che è tra i protagonisti di Più libri più liberi. Quale rapporto avete con la fiera?
Per noi è stata una bella scoperta. Inizialmente l'avevamo sottovalutata, lo ammetto. I primi anni non avevamo partecipato. Quando poi, una decina di anni fa, siamo riusciti a entrare - e farlo non è stato facilissimo, visto che la fiera ha avuto fin da subito un grande successo - l'abbiamo trovata una occasione molto bella, con un pubblico estremamente attento e partecipe. Gli editori hanno spazi uguali tra di loro, si percepisce il rispetto di quella pluralità editoriale che è molto preziosa e che Più libri più liberi riesce a garantire.

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