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Editori

Me parlare bello un giorno...in persiano

di E. Poloni notizia del 16 febbraio 2012

In equilibrio tra la liberta di stampa e la censura, l’editoria iraniana cerca di costruirsi un'immagine liberale anche attraverso la pubblicazione di autori stranieri come David Sedaris, umorista e scrittore tradotto in tutto il mondo.
L’Agenzia per il libro iraniana ha infatti annunciato qualche giorno fa che presto uscirà nelle librerie del Paese la prima traduzione in persiano di Me talk pretty one day (edito in Italia da Mondadori con il titolo Me parlare bello un giorno). L’opera, divisa in due parti, raccoglie una serie di saggi, sarcastici e cinici ma sempre esilaranti, che getta luce sull’educazione dell’autore durante l’infanzia nel North Carolina, gli anni dei lavoretti per arrivare alla fine del mese a New York, fino al trasferimento in Normandia, dove la mentalità dell’americano si scontra con quella francese.
Il libro verrà pubblicato da Cheshme Publications, uno dei più importanti editori iraniani.
Un dettaglio su cui l’agenzia non si sbottona riguarda la forma definitiva con la quale il libro vedrà la luce: dato lo stretto controllo censorio sulla produzione editoriale, il testo verrà pubblicato integralmente, oppure alcuni brani (per esempio, relativi alla sessualità o alla religione) verranno omessi? Ricordiamo che il governo iraniano è balzato all’attenzione del mondo editoriale quando l’Ayatollah Khomeini ha emesso la condanna a morte dello scrittore Salman Rushdie a causa dei suoi Versi Satanici (Mondadori, 2004). Ma troviamo anche un caso più recente nel divieto a ristampare, dopo il successo dell’ottava edizione in persiano, Il Codice da Vinci, a causa delle proteste di alcuni membri del clero cristiano.
Secondo i dati forniti dal governo, esistono in Iran circa 7.000 case editrici oggi. L’approvazione del censore governativo costituisce un rallentamento imponente dell’attività delle aziende, che magari hanno già stampato il libro in diverse migliaia di copie e lo stanno per mandare ai vari organi di stampa perché venga recensito. Un editore ha dichiarato che in un anno ha accumulato ben 70 libri in coda per essere approvati. La censura nel Paese è stata ristretta ulteriormente da Ahmadinejad una volta salito al potere nel 2005. Una delle sue prime decisioni riguardanti il mondo editoriale, infatti, fu proprio quella di imporre una seconda revisione a tutti i libri approvati dal precedente governo, anche se già in circolazione da anni. Molte case editrici, a seguito di questo provvedimento, hanno dovuto dichiarare bancarotta, trovandosi con buona parte dei titoli in catalogo ormai non più pubblicabili o vendibili.

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