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Editori

Lo strano caso del commissario Crémér

di L. Gatti notizia del 27 giugno 2012

Il 21 di questo mese la Corte di appello di Parigi si è espressa in merito a una diatriba legale che vedeva l’editore Dargaud sul banco degli imputati. Ad accusarlo gli eredi di Bruno Crémer, noto attore francese famoso per la sua interpretazione televisiva del commissario Maigret di Georges Simenon.
L’attore, deceduto nel 2010, nel 2008 aveva citato in giudizio la casa editrice per la pubblicazione, all’interno della collana Poisson Pilote, di una serie di due albi a fumetti intitolati Un’inchiesta del commissario Crémèr che raccontavano la storia di un commissario di polizia ispirato al suo personaggio della serie televisiva. Convinto che queste pubblicazioni avrebbero potuto violare i suoi diritti sul nome e sull'immagine nonché al suo diritto di artista-interprete , Bruno Crémer richiese un’interdizione alla diffusione di quegli albi, alla pubblicazione di tutti i nuovi albi contenenti il nome Crémer e quella di tutte le pubblicità relative a quelle pubblicazioni nonché un risarcimento per il danno procurato alla sua reputazione.
Nell’aprile del 2011 il Tribunale di Parigi aveva condannato in prima istanza Dargaud a versare 10.000 euro alla vedova dell’attore a titolo di risarcimento in riparazione ai danni morali e aveva accolto la richiesta di Crémer di ritirare dal commercio i due albi pubblicati.
Le due parti in causa sono entrambe ricorse in appello: Dargaud per contestare una condanna a suo avviso sproporzionata, gli eredi dell’attore perché non soddisfatti del risarcimento, secondo loro di molto inferiore al danno subito.
Nel processo d’appello è stata sollevata una questione che prima non era stata considerata ossia se il fumetto potesse o no considerarsi inseribile nell’eccezione della parodia, la quale permette a un editore di sfruttare l’immagine di un personaggio pubblico anche senza il suo consenso.
Dargaud ha inoltre fatto presente che gli autori delle vignette incriminate non erano stati citati in giudizio dall’attore e che non era corretto condannare un’opera senza che i suoi autori fossero presenti. La decisione della corte d’appello sarà annunciata il 21 settembre.
Il caso Dargaud è tanto interessante quanto curioso. Innanzitutto perché, nella storia dell’editoria sono state contestate delle vignette perché apertamente satiriche e molto più raramente per contestare la somiglianza con un personaggio – e questa vuole essere un’osservazione non un giudizio di merito: non abbiamo potuto leggere il fumetto e farci un’idea di quanto effettivamente possa considerarsi offensivo nei confronti del defunto attore –, inoltre la sentenza del Tribunale di Parigi colpisce per aver non solo ordinato all’editore un risarcimento ma anche per aver stabilito il ritiro delle copie dell’opera dal commercio.
Chiudiamo ricordando i bei tempi di Dylan Dog, il celebre indagatore dell’incubo, uno dei personaggi più noti e amati della Bonelli, la cui somiglianza con l’attore Rupert Everett fu specificamente richiesta da Tiziano Sclavi a Angelo Stano, primo disegnatore di Dylan. Non solo Rupertt Everett non si ritenne mai offeso dal suo gemello di carta ma anzi, nel 1994 recitò in un film, Dellamorte Dellamore, ispirato all’omonimo romanzo di Tiziano Sclavi, in cui interpretò il personaggio di Francesco Dellamorte che aveva molti punti in comune con Dylan Dog.

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