Hachette Livre sceglie di tutelare i suoi contenuti online riservando l’uso per scopi di text and data mining commerciali, ovvero la raccolta massiva di dati che, tra le altre cose, alimenta ed esercita le intelligenze artificiali. Lo ha annunciato alla Fiera internazionale del libro di Francoforte – in un seminario organizzato dalla Federazione degli editori europei, in occasione del tradizionale rendez-vous – Robert Arnaud, che per il gruppo editoriale francese è a capo dell’ufficio legale. Per vietare gli usi non autorizzati dei propri contenuti, ha spiegato Arnaud, Hachette è in procinto di implementare su tutte le piattaforme del gruppo editoriale il protocollo messo a punto dal Community group Text and Data Mining Reservation Protocol costituito in seno al W3C. Il gruppo vede sedere nel ruolo di co-chair, insieme al francese Laurent Le Meur (EDRLab), l’italiana Giulia Marangoni in rappresentanza dell’Associazione Italiana Editori, ed è sostenuto dalla Federazione degli editori europei e dalla associazione francese degli editori.
L’adesione di un grande gruppo come Hachette Livre al Text and Data Mining Reservation Protocol segue a quella di altri grandi editori online francesi, tra cui Ouest-France e Le Telegramme, e da una parte premia il lavoro di sintesi e standardizzazione fatto in seno al W3C Community group, dall’altra segna l’accresciuto livello di attenzione degli editori verso la tutela dei propri contenuti rispetto agli utilizzi delle tech company. Il protocollo permette al gruppo, ha spiegato Arnaud, di riservare i diritti su tutti i tipi di contenuto presenti online, e quindi le sinossi, i metadata dei libri, estratti e immagini di copertina, tra le altre cose, fornendo un livello di protezione in caso controversie legali. La dichiarazione del titolare dei diritti è standardizzata e automatizzata secondo il protocollo definito dal gruppo di lavoro W3C: quando i crawl setacciano la rete e si imbattono nei contenuti di Hachette, stringhe di linguaggio inserito nel codice dei siti definiscono la riserva d’uso che deve essere rispettata come stabilito dalle leggi europee.
La riserva dei diritti esclusivi sui contenuti online è solo parte di un impegno più ampio che gli editori e le loro associazioni stanno portando avanti per tutelare le loro opere, soprattutto quelle presenti online illegalmente, e qui parliamo dei testi integrali di libri coperti da diritti utilizzati per addestrare l’intelligenza artificiale. Proprio in occasione della Fiera di Francoforte un appello congiunto di editori, librai e autori europei, attraverso le associazioni European Writers’ Council, la Federazione degli editori europei e l'European and International Booksellers Federation, chiede alle istituzioni europee di introdurre obblighi di trasparenza ben definiti nei confronti delle tech company nell’AI Act, che dovrebbe regolamentare lo sviluppo delle intelligenze artificiali. L’appello arriva quando già è noto che in passato le tech company hanno utilizzato per sviluppare i loro algoritmi contenuti presenti online che violano le leggi sul copyright.
L’Europarlamento ha già definito tali obblighi di trasparenza nella sua proposta, che ora però deve essere confermata da Stati membri e Commissione. Trasparenza significa che le tech company che sviluppano intelligenze artificiali dovrebbero rendere pubblici i data set attraverso cui istruiscono ed esercitano i loro algoritmi, in maniera che chi detiene i diritti possa controllare e, nel caso, rivalersi per l’utilizzo dei propri contenuti. «Questi obblighi di trasparenza – spiegano le associazioni – sono tecnologicamente semplici da applicare e poggiano su dati che gli sviluppatori delle intelligenze artificiali già raccolgono e organizzano. Tali obblighi servono adesso, il danno è già stato fatto dal momento che per anni i sistemi di intelligenze artificiali generative per i testi hanno utilizzato le opere coperte da diritti senza consenso e senza retribuzione degli autori e degli editori».
Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.
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