Le segnalazioni sui social network sono il secondo fattore che influenza l’acquisto di libri: lo indica come decisivo il 14% dei lettori. Solo lo sconto, con il 17% di citazioni tra i lettori, è più determinante. È uno dei dati che emerge nitido dall’indagine AIE - Pepe Research presentata oggi a Più libri più liberi, durante l’incontro in collaborazione con Aldus Up I social che stanno cambiando il mercato.
«I social network rappresentano un fattore di potenziamento di quello che è sempre stato un metodo molto efficace di promozione dei libri: il passaparola» ha sottolineato Cristina Mussinelli presentando l’indagine. «Ma allo stesso tempo, per gli editori essere presenti e seguirne l’evoluzione è indispensabile». In dialogo con Mussinelli, moderate da Riccardo De Palo (Il Messaggero), Modestina Cedola di Minimum Fax e Lisa Ceccarelli di Hoepli.
Dopo sconti e social network, l’indagine AIE mostra che i fattori che più influenzano l’acquisto di libri sono l’esposizione in libreria (10%), le classifiche sui siti di e-commerce (6%), le recensioni-interviste sui giornali (5%) le interviste radiofoniche e televisive agli autori (5%), i consigli dei librai (4%) a pari merito con gli algoritmi di segnalazione dei siti di e-commerce.
Per quanto riguarda i social in particolare, l’8% dei lettori dice di essere influenzato soprattutto da segnalazioni di amici e personaggi pubblici non direttamente legati al mondo del libro, il 6% dai canali social degli editori, il 4% da influencer di settore.
Ma allora cos’è che funziona sui social quando si parla di libri? Cedola, Minimum Fax, sottolinea in primo luogo quanto sia importante per la casa editrice trovare la propria voce, quella «in sintonia con la propria identità, da fare arrivare al maggior numero di persone possibile». E poi c’è il tema dei contenuti: non solo come raccontarlo, ma cosa raccontare. «Da Minimum Fax ci siamo accorti che molti lettori erano interessati a conoscere il funzionamento della casa editrice dell’interno: chi è l’editore? Chi è l’editore? Come si fa un libro?».
Ceccarelli sottolinea quanto sia stato importante per Hoepli guardarsi dall’esterno e capire quali aspetti del loro lavoro e della loro produzione editoriale fossero poco rappresentati dalla loro comunicazione social. «In un primo momento i nostri canali erano legati essenzialmente alla libreria. Ci siamo resi conto che avevamo bisogno di raccontarci di più come editori concentrandoci in particolar modo sul nostro catalogo di varia, meno conosciuto di quello accademico-professionale». Da qui la ricerca sui format: non solo copertine, ma anche video, pillole, mini glossari in sintonia con i libri e i contenuti da comunicare. D’altronde, precisa Ceccarelli «i social permettono molto più dei canali tradizionali di fare contenuti targettizzati guidandoli verso gli utenti che specificamente li cercano e li desiderano».
Social, sì: ma quali? Nella classifica di quelli che influenzano maggiormente le scelte d’acquisto dei lettori a dominare sono Instagram (54%) e Facebook (53%), seguiti da YouTube (29%) e TikTok (26%), Twitter è al 14%. Modestina Cedola invita però a non sottovalutare le newsletter: «Un mezzo informativo ma anche un canale di contatto molto intimo con il lettore, capace di restituirti la sensazione che quella comunicazione sia esclusivamente per te».
Fa parte della cura del rapporto diretto con il lettore anche leggerne le recensioni, capire cos’hanno amato e cosa meno dei libri letti, e agire di conseguenza. Senza però perdere la core identity della casa editrice – ammonisce Lisa Ceccarelli – che per un marchio come Hoepli, nato nel 1870, è un’eredità fondamentale quanto complessa da gestire. La parola d’ordine, concordano entrambe, è fiducia. Che si tratti di rivolgersi al pubblico dei lettori in maniera diretta o di mediare questo rapporto per il tramite degli influencer, ricerca e coerenza sono gli elementi premianti, a maggior ragione quando per una ragione o per un’altra si è chiamati a uscire dalla propria «zona di confort».
Hoepli e Minimum Fax lo hanno fatto recentemente con due libri: Guida alla Natural Magick di Lindsay Squire e Pranzi d’autore di Oretta Bongarzoni. Un manuale per entrare in contatto con «il tuo lato magico» il primo, una raccolta di ricette della grande letteratura il secondo. Libri esogeni, insomma, ai cataloghi degli editori in cui hanno trovato posto. Alla comunicazione di entrambi Ceccarelli e Cedola hanno lavorato guardando oltre gli influencer del libro, o in maniera laterale. Il risultato? Decisamente positivo. A patto di ponderare bene le scelte e di non perdere di credibilità. Presso il lettore, in primo luogo, ma anche con l’influencer, proponendogli magari titoli non affini con i suoi interessi, i suoi argomenti e il suo pubblico.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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