Sappiamo che la poesia non è un mercato facile; sappiamo anche, però, che è inestricabilmente legata al sentire umano. Tant’è vero che, come disse Vanni Scheiwiller, in Italia su 60 milioni di abitanti ci sono 100 milioni di poeti, pseudonimi compresi; e se anche alcuni, in maniera ingenua (o forse tracotante) pensano di poter diventare in qualche modo «nuovo Vate» del presente, per molti si tratta della forma più sincera attraverso cui esprimere il proprio sguardo. Sono questi i veri poeti di oggi, che forse diverranno poeti di domani. E sono, come succede anche in prosa, gli editori medio-piccoli i più disposti a puntare sui classici dimenticati e sui giovani esordienti. Abbiamo parlato con due decani per approfondire il panorama poetico-editoriale: Franco Buffoni, consulente e curatore della collana Lyra di Interlinea, e Giorgio Devoto, delle edizioni San Marco dei Giustiniani.
IL MERCATO
Franco Buffoni in ambito poetico non ha bisogno di presentazioni; basti pensare all’Oscar Mondadori pubblicato cinque anni fa, alle traduzioni e alle molte curatele per definire la sua impronta. In particolare dal 2001 fa parte del comitato editoriale della collana Lyra, che nei suoi diversi filoni esplora tanto i classici quanto la contemporaneità, e che proprio quest’anno è «gemmata» nella collana Lyra Giovani, dedicata ai poeti, spesso esordienti, attorno ai trent’anni: «con quattro uscite all’anno programmate, nell’arco di dieci anni potremo avere una fisionomia definita della collana e della poesia contemporanea» ci racconta, spiegando gli obiettivi della nuova nata. Con un occhio attento anche allo stato del mercato editoriale odierno.
«Il settore della poesia è molto particolare, perché ha un numero di lettori e di scrittori che definirei coriaceo, e che si rinnova sempre, grazie alle nuove generazioni. Per rimanere presenti e attivi, però, bisogna capire quali sono i nuovi indirizzi di questi fruitori che si rinnovano, e soprattutto orientare le produzioni delle nuove generazioni, per mantenere un livello qualitativo degno ma nello stesso tempo andare incontri ai gusti dei lettori contemporanei a queste nuove leve poetiche. Faccio un solo esempio: la slam poetry, poesia che viene recitata, e quindi inevitabilmente un formato per cui l’editore dovrà attrezzarsi attraverso nuovi supporti e nuovi formati». E se a livello economico il settore poetico non ha passato dei bei periodi negli ultimi anni, e solo negli ultimi mesi sembra in lieve crescita, c’è anche da dire che «in questi quarant’anni di esperienza che ho alle spalle, ho sempre sentito dire che la poesia vende poco… però poi collane apposite nascono e rinascono, il che vuole dire che questo ricambio da parte dei lettori c’è, e basta andare ai numerosi festival di poesia (e non solo) per vederlo» continua Buffoni.
Anche la casa editrice San Marco dei Giustiniani ha quarant’anni di esperienza alle spalle; un lavoro e un piacere con cui Giorgio Devoto, anima insieme alla moglie Liliana della casa editrice, ha portato alla pubblicazione di più di trecento titoli. Una vita dedicata alla poesia: «abbiamo oramai superato i 41 anni di attività, io ho compiuto 76 anni e mia moglie Liliana 73 (non si dovrebbero mai dire gli anni di una signora, ma è tale la baldanza e l'eleganza con cui accetta la sua età che mi sento autorizzato a farlo). Come vede siamo ambedue giovanissimi, ma ancora con il gusto di veder stampati i libri comme il faut» commenta Giorgio Devoto, esprimendo la propria passione (anzi, l’amore) che lo lega alla propria «avventura editoriale», per cui «ancora oggi quando il tipografo mi porta un nuovo nato è per me una festa». Una lunga frequentazione che ovviamente non prescinde dal mercato e dallo stato dell’editoria: «il fenomeno poesia è sempre stato un fenomeno di nicchia con tirature assai basse e un "mercato" limitato. Tanto è vero che se si fa una velocissima disanima mentale sui poeti del '900 si vedrà che Montale faceva il giornalista, Saba aveva una libreria, Gatto seguiva calcio e (scrivendo benissimo, pur non sapendo andare in bicicletta) ciclismo...». Un pensiero che vale ancora oggi, e che si è sviluppato dando una particolare attenzione a una «nicchia nella nicchia», ovvero edizioni di pregio e con tirature limitate. «Una volta molti anni fa in un’intervista risposi, a una domanda specifica sull'asfitticità del mercato della poesia, che se persino i ladri hanno in San Dismas il loro santo protettore, perché non dovrebbero averlo gli editori che si intestardiscono a pubblicare solo versi avere un santo protettore che posi sul loro capo una mano benevolente che gli permetta di chiudere positivamente tutti gli anni il bilancio? E così, fiducioso nell'aiuto ultraterreno mi lancio anche in avventure un po' folli con libri tirati su carte a mano in numero assai limitato di copie; le ultime di queste avventure sono state la pubblicazione di uno splendido epistolario inedito (grazie alla disponibilità del Centro Manoscritti di Pavia) di lettere di Eugenio Montale alla moglie e alla governante Gina».
LE TENDENZE
Il mercato dunque, per quanto di nicchia, è ancora vitale. E la poesia contemporanea? Gli autori ormai destinati a diventare classici e i giovani che stanno muovendo ora i primi passi?
Lyra Giovani, come detto, si concentra su questi ultimi. «Abbiamo scelto tra le molte proposte che arrivano sempre in casa editrice e attraverso queste domande, i dattiloscritti, i file allegati alle mail» ci spiega Franco Buffoni. «I primi due titoli saranno L’ultima volta in Italia di Maddalena Bergamin, dell’86 (che ha mandato un libro bellissimo sul rapporto con il suo Paese da italiana che lavora all’estero, ma non tanto lontana da non poter tornare; e che dà vita a una lingua legata all’analisi, all’introspezione, all’ironia) e Pronomi personali di Marco Corsi, dell’85 (che ha scritto un libro legato a tutta una tradizione del perturbante della poesia novecentesca)». E in linea più generale, sono due le tendenze che ha notato negli ultimi anni: «fino a vent’anni fa si riconosceva immediatamente la poesia femminile, perché aveva degli stilemi inequivocabili, c’era un taglio di scrittura particolare. Oggi non è più così (lo si vede, per rimanere in Interlinea, dal testo della stessa Bergamin). Per contro, è cresciuta una poesia maschile che ha nel proprio immaginario l'uomo, un immaginario omoerotico; ovviamente è sempre esistita una scrittura con questa finalità, però era mascherata e spesso non si svelava per lo stigma sociale. In entrambi i casi è chiaro come i giovani oggi, vivendo il loro tempo, hanno la possibilità di raccontare storie che in passato difficilmente venivano raccontate in poesia. Quindi lungi da me pensare che la poesia stia morendo, anzi; la poesia è quanto mai vitale, e grazie alle possibilità di sintesi che sono intrinseche al genere letterario, alla possibilità di essere sintetici e insieme analitici nel piccolo dettaglio: così la poesia finisce con l’essere molto più moderna».
Giorgio Devoto, invece, guarda con particolare interesse alla poesia oltre confine, approfondendo un percorso cominciato alla fine degli anni Novanta: «mi rivolgo ad altri paesi magari meno esplorati dove però vi sono poeti veramente straordinari. La collana dei poeti della Riva sud del Mediterraneo, pubblicati con testo a fronte, ne è una evidente dimostrazione: le ristampe di poeti usciti per la prima volta in italia come Darwish, Qabbani, Bennis, Adonis (nel '97 inaugurò la collana) non si contano quasi più».
In entrambi i casi, pur con prospettive diverse, è chiaro che si parla di un ambito vivace, attivo, propositivo. Ben distante forse da quello che potrebbero suggerire di primo acchito i dati di mercato, e un monito a voler guardare oltre. Per usare le parole di Franco Buffoni: « la poesia ha un fascino peculiare. Per questo dico che la poesia non morirà. La poesia c’era ai tempo di Saffo e ci sarà oggi e sempre, fino a quando ci sarà l’uomo. Si tratta solo di trovare le forme adatte ai tempi. Questo è il punto».
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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