Prima fu la rivista Scuola italiana Moderna, fondata nel 1893 da Giuseppe Tovini con lo scopo di supportare gli insegnanti della scuola elementare del tempo. Poi, nel 1904, nacque con lo stesso obiettivo Editrice La Scuola, diventando sin da subito protagonista della storia dell’istruzione in Italia.
«Dagli esordi La Scuola ha la vocazione di supportare l'attività didattica degli insegnanti, integrandola con la formazione e la ricerca pedagogica» racconta Giorgio Riva, consigliere delegato e direttore generale del Gruppo. «Fino agli anni Novanta rimarrà protagonista in questo ruolo, seguendo l’evoluzione dei tempi».
Successivamente, le complessità aperte dagli anni Duemila, le crisi economiche e finanziarie di quel periodo, avrebbero dispiegato i loro effetti anche su La Scuola. «Ma in coincidenza del cambio del Consiglio di amministrazione, nel 2016, si è aperto per noi un nuovo corso, rappresentato magistralmente dall’evoluzione degli ultimi anni».
Gli ultimi 10 anni rappresentano un periodo di grandi cambiamenti per La Scuola. E di crescita.
Senza dubbio. Se dieci anni fa La Scuola era una casa editrice che operava sostanzialmente con un unico marchio editoriale, e con quel marchio presidiava un numero circoscritto di materie d’insegnamento, adesso siamo a tutti gli effetti un gruppo editoriale con una capillare capacità di copertura degli ambiti disciplinari. Il quarto nel mercato della scolastica in Italia, con un fatturato di oltre 44 milioni di euro e una quota di mercato di circa il 9%: l’11,6% nella primaria; il 9,7% nella secondaria di primo grado; il 7,4% nella secondaria di secondo grado.
Com’è stato arrivare fino a qui?
Il percorso che ci ha portati fino a qui ha attraversato diverse fasi. Il periodo iniziale della ristrutturazione. Quello, immediatamente successivo, del rilancio, con l’ampliamento delle materie presidiate e lo sviluppo di partnership per distribuire anche editori terzi. Ne cito una: l’accordo, nel 2017, con Hachette, leader mondiale nei libri di testo per l’insegnamento della lingua francese, di cui siamo promotori e distributori in esclusiva per l'Italia.
E poi le acquisizioni.
La prima è arrivata nel 2018, con SEI Società Editrice Internazionale: altra storica realtà editoriale nata nel 1908 a Torino, con quote di mercato significative nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Nel 2022 è il momento invece de Il Capitello, editore attivo da oltre quarant’anni nell’ambito dell’editoria scolastica con una significativa presenza soprattutto nella scuola primaria, ma anche in alcuni ambiti disciplinari della scuola secondaria.
A partire dalle acquisizioni abbiamo cominciato a lavorare sul potenziamento dell'offerta editoriale dei marchi di quello che nel frattempo è diventato il Gruppo La Scuola. Dal 2018 al 2021 abbiamo pubblicato 70 nuove opere editoriali a marchio SEI e La Scuola e lanciato una nuova rivista: i Quaderni di pedagogia della scuola. Nel triennio successivo, che ci porta a oggi, al 2024, le nuove opere pubblicate sono state 110, per un totale di 180 negli ultimi sei anni.
Il digitale?
Il significativo incremento delle pubblicazioni di questi anni si è accompagnato a un costante impegno nel potenziamento della nostra offerta digitale, sia in termini di contenuti che di servizi.
Abbiamo prestato grande attenzione a sviluppare l’ecosistema didattico tenendo il libro cartaceo al centro, ma costruendogli attorno in maniera virtuosa un apparato multimediale fatto di contenuti digitali, servizi, piattaforme e ambienti di apprendimento immersivi.
In particolare, nell’ultimo anno, stiamo sperimentando anche dei servizi che consentano un impiego specifico dell’Intelligenza Artificiale per il settore scolastico.
Oltre alla qualità dell'offerta editoriale, la nostra maggiore attenzione è rivolta anche ad aspetti come l'inclusione, l'attenzione ai bisogni educativi speciali, l'accessibilità.
Com’è evoluto, invece, il rapporto con gli insegnanti?
Editrice La Scuola è stata per decenni un importante centro di formazione per gli insegnanti, un vero e proprio punto di riferimento. Dopo un momentaneo appannamento di questa funzione, nell’ultimo triennio abbiamo deciso di rinvigorirla dedicandole una specifica business unit e dando nuova vita a La Scuola Academy, il settore del Gruppo che eroga formazione ai professionisti e alle professioniste dell’educazione. Siamo stati, peraltro, nel 2002, il primo editore ad aver ricevuto la certificazione come ente formatore accreditato dal Ministero dell'Istruzione e nel 2023 siamo arrivati a coinvolgere più di 65 mila docenti con i nostri corsi di formazione.
Cosa c’è nel futuro del Gruppo La Scuola?
Abbiamo delle sfide importanti con cui confrontarci. Il calo demografico che ha già interessato la scuola primaria e la secondaria di primo grado. Un’integrazione multiculturale permeata nella didattica, considerato che oltre il 10% di studenti e studentesse non sono di madrelingua italiana. La necessità di porre ulteriore attenzione all’inclusività e ai bisogni educativi speciali. Il disallineamento tra l'alfabetizzazione digitale degli studenti e dei docenti, che comporta una ulteriore complessità di gestione. Ancora, la dispersione scolastica, per certi versi legata alla distanza tra la scuola e il mondo del lavoro. E poi c’è l’Intelligenza Artificiale, destinata a impattare qualunque settore industriale, incluso quello educativo e culturale.
Non sono temi di poco conto. Quale sarà il vostro ruolo?
Vogliamo continuare a essere protagonisti nell’ambito del sistema educativo e scolastico. In coerenza con i 120 anni di storia del Gruppo ma soprattutto in continuità con gli ultimi dieci: con la piena consapevolezza della responsabilità di partecipare al processo di formazione di milioni di studenti e studentesse. Ritenendo che la scuola sia ancora il cuore, il punto di partenza della grande comunità educativa che dovrebbe essere tutti i giorni la nostra società.
Lo vogliamo fare coniugando la qualità dei contenuti con il progetto didattico e pedagogico che portiamo avanti, con grande attenzione ai valori che il nostro ruolo di editori deve incorporare.
Lo vogliamo fare padroneggiando completamente il digitale: la tecnologia, infatti, può essere estremamente utile al sistema educativo. L’importante è che non venga mai postulata come fine, ma sempre utilizzata come mezzo, come strumento.
Lo vogliamo fare, soprattutto, continuando a mettere i docenti al centro e sostenendoli all’interno di una scuola in continua, costante evoluzione. Solo così, infatti, potremo accompagnare adeguatamente gli studenti e le studentesse nel loro percorso di crescita.