In occasione del trentaduesimo Salone internazionale del libro di Torino, che da giovedì 9 a lunedì 13 maggio tornerà a popolare gli spazi del Lingotto,  Rai Movie – il canale televisivo tematico della Rai dedicato al cinema – ha ideato (e sta mandando in onda ormai da qualche settimana) il ciclo di proiezioni Tra le righe del cinema.

Articolato in oltre cento film di ispirazione letteraria, programmati in tutte le fasce orarie del palinsesto e segnalati da un apposito logo, Tra le righe del cinema ribadisce ed esplora la connessione profonda tra letteratura, scrittura, narrazione e «settima arte». E lo fa mandando in onda adattamenti di romanzi, memoriali, biografie, pièce teatrali e fumetti.

La rassegna è iniziata il primo aprile con la proiezione de L'uomo che amò Gatta Danzante, western diretto nel 1973 de Richard C. Sarafian, tratto dal romanzo omonimo di Marilyn Durham. Non sono mancate le prime visioni televisive, come Amore e inganni, film del 2016 diretto da Whit Stillman, ispirato – per quanto liberamente – nei contenuti e nei personaggi al romanzo giovanile di Jane Austen Lady Susan. Tra i grandi classici, la versione cinematografica originale de Il nome della rosa di Umberto Eco, diretta da Jean Jacques Annaud e interpretata da Sean Connery (potrete rivederlo giovedì 9 maggio in seconda serata) e L’amore ai tempi del colera, dal capolavoro di Gabriel Garcia Marquez, trasmesso per la prima volta in widescreen (in onda domani, mercoledì 8 maggio, e sabato 11 maggio, sempre in seconda serata).

E ancora C’era una volta, lungometraggio diretto da Francesco Rosi nel 1967, che trae spunto da varie novelle del Pentamerone di Giovan Battista Basile, noto anche come Lo cunto de li cunti (giovedì 9 maggio alle 5 del mattino). O Racconti romani di Gianni Franciolini, del 1955, la cui sceneggiatura è ispirata all'omonima opera di Alberto Moravia (sabato 11 maggio alle 6.30 del mattino). In programmazione anche pellicole che – pur non tratte da romanzi, saggi o racconti – ripercorrono la biografia di grandi nomi della letteratura e della poesia: è il caso, per esempio, de Il giovane favoloso di Mario Martone, uscito nel 2014, ispirato alla vita e all'opera letteraria di Giacomo Leopardi (domenica 12 maggio alle 14.00).

D’altronde, proprio qualche giorno fa riflettevamo su come il consolidato rapporto tra pagine e pellicola, annoso ma non per questo affievolito, goda ancora di ottima salute. Oggi più che mai, infatti – ai tempi della «serialità d’autore» e delle piattaforme di streaming che moltiplicano l’offerta e accolgono con sempre maggior dettaglio la particolareggiata domanda del pubblico – le storie fluiscono da un contenitore all’altro. La narratività si propaga su media e supporti diversi, talvolta si adatta come un fluido al recipiente che la contiene, talaltra articola se stessa in «recipienti» adatti ad approfondire questo o quell’aspetto della storia, questo o quel punto di vista, questa o quella sottotrama. E, come dimostrano finanche le scelte operate dai big player internazionali – si pensi a Netflix e a quanto la localizzazione del suo catalogo passi per la scelta e l’adattamento di titoli dei nostri autori, della nostra editoria – i libri possono essere (e di fatto sono) il primo motore della catena della narrazione.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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