
Un
video di Mary Norrison, «regina della virgola» e storica copy editor del «New Yorker», rinverdisce un antico dibattito sull'interpunzione britannica (e, in generale, dei Paesi anglofoni): quello inerente l’utilità della
serial comma.
La virgola «di serie», anche conosciuta come
Oxford comma,
nella lingua inglese precede la congiunzione in un elenco di tre o più elementi (
«Herman Melville wrote Moby-Dick, Billy Budd, and Bartleby, the Scrivener»), ed è protagonista di un’improbabile, longeva e appassionata diatriba tra giornalisti, studiosi, redattori e editor, oltre che tra appartenenti ad aree geo-linguistiche differenti. Nell'inglese americano attuale, per esempio, l’uso è incoraggiato solo nei casi in cui sia utile per dirimere le ambiguità di senso. I più affezionati al segno d’interpunzione sembrerebbero essere gli inglesi: infatti, come il nome suggerisce,
la Oxford comma è prevista tra le norme redazionali in vigore alla Oxford University Press. Meno fortuna ha invece in Canada, dove il manuale di stile per la scrittura giornalistica del «Canadian Press» ne sconsiglia l’uso in ogni caso.
Gli avversatori del suo utilizzo ritengono che non sempre la virgola «di serie» dirima il senso del discorso, anzi, che spesso lo travii; sostengono che rappresenti un ingombro tipografico di troppo quando lo spazio è ridotto e che limiti la leggibilità del testo.
I sostenitori dell’uso corrente, invece, ritengono che il segno di punteggiatura aiuti a calibrare correttamente la curva prosodica della frase nella lettura a voce alta, che risolva l’ambiguità di molti periodi e che la sua omissione rafforzi una connessione inesistente tra gli ultimi due termini dell’elenco. Inoltre, stando agli
esiti di un sondaggio lanciato qualche tempo fa da FiveThirtyEight, gli entusiasti della virgola di Oxford tendono anche a ritenere che
la loro conoscenza della grammatica sia eccellente (indipendentemente da quanto questo sia verificabile e aderente al vero).
Tracotanza intellettuale? Ciascuna delle due fazioni, in ogni caso, ha le sue più o meno condivisibili ragioni.
Ma dopo aver visto
quest’illustrazione, proprio non ce la sentiamo di bocciare del tutto gli argomenti degli zelanti sostenitori della
serial comma.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
Guarda tutti gli articoli scritti da Alessandra Rotondo