
Sono stati pubblicati gli esiti di una ricerca recentemente condotta dalla International Association of Scientific, Technical, and Medical
(STM) Publishers che dimostrano come il mercato dell’editoria accademico-professionale sia in crescita, sfiorando i
35 miliardi di dollari annui. Cifra alla quale si devono aggiungere altri 10 miliardi se si prendono in considerazione anche le riviste pubblicate dal settore. Il numero degli articoli pubblicati è infatti in crescita, con un tasso del 3,5% annuo: gli Stati Uniti si posizionano in testa, pubblicandone il 36%, ma di rilievo è anche la posizione della
Cina, che da sola copre il 6%.
In questo contesto anche la compravendita di diritti con le realtà professionali, universitarie e accademiche estere, come segnala
publishingperspectives.com, diventa un fenomeno molto rilevante.
In Asia orientale e in particolare in Cina, dove l’industria farmaceutica è fiorente, il mercato delle riviste in traduzione sta diventando importante;
come pure in India e in Corea, segnalati come mercati di crescente interesse.
Tra i fattori che concorrono alla crescita dell’editoria accademico-professionale c’è senza dubbio l’incessante sviluppo della tecnologia e dell’innovazione. Non è un caso che gli incontri di maggior successo organizzati nell’ambito della
AcBookWeek del mese scorso siano stati dedicati
alla tecnologia e alla «scoperta» applicate all’editoria, che si concentrano tanto sui nuovi scenari della lettura digitale, quanto sulle forme espressive percorribili, segnalando che la cesura tra lettore scientifico-professionale e lettore «per diletto» può essere molto meno netta e sfumata di quanto ci s’immagina. Tanto che le editorie che insistono su questo settore dovrebbero rivolgere la loro attenzione anche a
pubblici diversi da quelli tradizionalmente di riferimento.
Considerando che sempre più gli editori «commerciali» tendono a rifuggire da tutto quello che si discosta dalla narrativa mainstream, alle case editrici accademico-professionali rimangono significativi spazi nei quali potersi inserire. Spazi nei quali è possibile, per loro, incontrare anche i gusti e le richieste di nuovi lettori.
D’altronde, la stessa lista dei
20 libri accademici che hanno cambiato il mondo redatta nell’ambito della AcBookWeek – all’interno della quale è stato incoronato vincitore
L’origine della specie di Charles Darwin – ha suscitato le polemiche dell’accademia proprio per il suo taglio divulgativo più che scientifico,
per il suo essere a misura di libraio più che studioso.
Mostrando collateralmente quanto il mercato dell’editoria di settore sia ampio e in parte inesplorato e ormai pronto a
coinvolgere acquirenti/lettori anche meno settoriali.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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